TRAPANI, I PALETTI DI COCINA. IL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE E’ DEL 2006

9 Novembre 2022

Stato di emergenza che c’è, stato di calamità naturale che non c’è. Dichiarazioni e precisazioni. Come quelle della Protezione Civile: “La Regione siciliana è prontamente intervenuta durante e dopo il maltempo, prestando ed eseguendo controlli nelle zone alluvionate, oltre ad avere emanato in anticipo l’allerta gialla per condizioni meteo avverse con rovesci o temporali per tutto il territorio regionale e quindi anche per il trapanese”. Ed ancora: “Con immediatezza, dopo il sopralluogo nelle aree, il Presidente della Regione Renato Schifani ha dichiarato lo stato di crisi ed emergenza e disposto l’assegnazione di un contributo straordinario di 500 mila euro al Comune di Trapani per il ripristino della stazione di pompaggio di via Tunisi, fondamentale per evitare ulteriori allagamenti nel centro storico della città”. La nota in questione è del capo della Protezione Civile Salvo Cocina che ha anche inteso replicare al sindaco Giacomo Tranchida che chiedeva al Presidente Schifani di accelerare sui ristori a cittadini ed imprenditori”, oltre che a riconoscere al territorio lo stato di calamità naturale”. Cocina rilancia ricordando al primo cittadino che nelle alluvioni di fine settembre e nel mese di ottobre “sono stati prontamente mobilitati funzionari e volontari di Protezione Civile, con un consistente impegno di uomini e mezzi provenienti anche da altre province che hanno svolto tutte le attività di emungimento dell’acqua, pulizia del fango, assistenza alla popolazione e sgombero delle masserizie danneggiate”. Come dire, noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto fino in fondo. Da qui, Cocina affonda il colpo: “Di contro, non si ha notizia delle attività di prevenzione che il Comune avrebbe dovuto attivare e, certamente, non da ora ma da anni. In particolare la verifica e la manutenzione dei tombini, delle reti fognarie, del sistema di smaltimento delle acque e delle pompe di sollevamento. La nota di Cocina diventa un atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione: “E’ emersa, con chiarezza, una inefficiente manutenzione ordinaria delle caditoie, dei tombini, degli sbocchi a mare, ostruzioni delle tubazioni che hanno causato lo scoppio di alcun tratti, Inoltre, non ha funzionato pienamente la stazione di pompaggio di via Tunisi che avrebbe operative da tempo solo 6 pompe su 12”. Cocina picchia duro anche su un altro punto fondamentale: “Il Piano di protezione civile comunale, risalente al 2006 e per il quale solo di recente, dopo le richieste reiterate del dipartimento regionale, è stato dato un incarico per il suo aggiornamento, a tutt’oggi non ancora fatto”. Il capo della Protezione Civile bacchetta Tranchida anche nella forma: “In riferimento alla richiesta di calamità nazionale, la stessa non esiste dal punto di vista normativo, esiste invece una richiesta di stato di emergenza al Consiglio dei Ministri”. Qui arriva il bello: “Ad oggi si ritiene che non sussistano i presupposti normativi di richiesta di emergenza di rilevanza nazionale”. Cocina fa un po’ di conti: 500 mila euro a Trapani e 250 mila euro a Misiliscemi. Inoltre la Regione sta lavorando per mettere in sicurezza l’area di Salinagrande, colpita duramente dallo straripamento del torrente Verderame. Cocina già che c’è va fino in fondo. Rispetto al contributo di 500 mila euro dato a Trapani “non si ha notizia se sono state attivate le procedure di somma urgenza, così come non sono ancora state comunicate le segnalazioni di danni pervenute al Comune dal 28 settembre, la cui analisi e valutazione è necessaria per pervenire ad una stima dei fabbisogni economici e per avviare la procedure di ristoro”. La Protezione civile, dopo aver chiesto al Comune di fare qualcosa aggiunge anche che “la Regione non ha nei suoi capitoli di bilancio somme idonee per coprire le numerose richieste di ristoro die danni per eventi calamitosi ma si sforzerà di trovare un’apposita copertura finanziaria nel primo provvedimento normativo utile”.
 
 

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