I sindaci siciliani parlano chiaro. I candidati alle Regionali ed alle Politiche hanno sui loro tavoli le richieste dei primi cittadini. L’ANCI Sicilia ha fatto sintesi: “Istituire il Consiglio delle autonomie locali nella Regione siciliana, raddoppiare le risorse in favore dei Comuni e definire una intesa tra Stato-Regione-Autonomie locali per superare le gravissime criticità finanziarie di carattere strutturale”. Ed ancora: “Svincolare il 50% del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità e ridurre i fondi di garanzia, sospendere la sanzione per mancata compilazione dei questionari SOSE e della comunicazione dei dati contabili, consentire l’assunzione di personale qualificato, approvare norme a tutela della dignità istituzionale degli amministratori locali, riformare l’attuale governance in materia di rifiuti, acque, energia e protezione civile, favorire il governo del territorio e promuovere processi virtuosi di sviluppo economico e sociale dei territori”. Quella dei sindaci è una vera e propria sfida ai prossimi governi ed ai rispettivi Parlamenti. Come più volte denunciato dall’ANCI Sicilia, nel corso degli ultimi anni – ha sottolineato il presidente Leoluca Orlando – la condizione finanziaria e organizzativa degli enti locali dell’Isola presenta criticità di carattere strutturale, in base agli ultimi dati ufficiali disponibili, infatti, vi sono: 52 enti in dissesto finanziario, 50 enti in piano di riequilibrio finanziario, 320 enti che non hanno approvato il bilancio di previsione 2022/2024 e 323 enti che non hanno approvato il rendiconto di gestione del 2021″. Orlando ha poi voluto aggiungere che “i significativi aumenti dei costi per energia elettrica e gas hanno ulteriormente aggravato la situazione e, con l’avvicinarsi dell’inverno, aggraveranno ancora di più una condizione finanziaria già oggi insostenibile, anche con riferimento alla ormai imminente apertura delle scuole e all’attività delle società partecipate”. Per il presidente dell’ANCI Sicilia è il momento delle riforme: “Risulta necessario e improcrastinabile un intervento di modifica normativa dovendosi prendere atto che una finanza locale pressoché interamente basata sulla riscossione dei tributi locali non è sostenibile per la gran parte dei Comuni di regioni come la Sicilia, che devono fare i conti con difficoltà sul piano demografico, sociale e della crescita economica quasi del tutto sconosciute in altre parti del Paese” “I sindaci – conclude Orlando – chiedono dignità istituzionale e denunciano un costante e speriamo non irreversibile declino della qualità della vita, che, come evidenziano anche gli ultimi dati del censimento ISTAT 2022, sfocia in un continuo spopolamento che non riguarda solamente un ristretto numero di Comuni delle aree interne, ma quasi integralmente i 391 Comuni dell’Isola. Una condizione della Sicilia che si aggrava sempre di più nel contesto di una questione meridionale mai risolta”.