BUON VENTO COMANDANTE MORACE

19 Luglio 2022

Avrei tanta voglia di dire quel che penso, che ho pensato e continuo a pensare, ma oggi è un giorno di lutto ed il rispetto per la morte m’impone di soprassedere. Lo considero il mio ultimo saluto ad una persona perbene e leale. Il Comandante Vittorio Morace non c’è più, ma rimane la sua storia, rimane il suo contributo ad un territorio che meriterebbe soltanto di essere ignorato. Non mi va di ripercorrere le tappe della sua presenza a Trapani, le lascio agli altri. Il mio non è un pezzo. Sono sentimenti, ricordi. Immagini. Come quella della prima volta che l’ho incontrato e conosciuto. Grande garbo e grande semplicità che soltanto gli uomini di mare riescono ad esprimere. Ricordo il suo napolenatissimo “ci prendiamo un caffè?”. Ed il caffè arrivò. Non quello delle macchinette. Un caffè vero, un dolcino e delle tazzine davvero belle. Immagini. Gli occhi del Comandante. Gli occhi di un bambino. Vispi, aperti alla vita. Curiosi. Immagini. La sua felicità quando appena arrivato dal giro d’onore in campo, si sedeva e veniva acclamato dalla curva. Un saluto timido ma orgoglioso. Ancora immagini. Il progetto di un quotidiano da dedicare al mare, al suo mare. Bellissimo, ma troppo impegnativo per i costi. Fu lui l’ultimo a mollare la presa dopo le mie, le nostre insistenze. “Comandante, costa…”. Ricordi. la sua insistenza a fare un giro in una delle sue imbarcazioni. Mai fatto, con la delusione che gli si leggeva negli occhi. Ricordi. un’intervista. “Comandante, qual è il suo piatto preferito?” e lui “pasta al pomodoro”. Sentimenti. Io in quell’uomo di mare ho rivisto mio nonno paterno che non ho potuto conoscere, anche lui era un uomo di mare, ucciso in guerra maledetta voluta dai quei maledetti fascisti e nazisti. L’ho rivisto perché ho messo a confronto i tanti racconti su mio nonno ed ho ritrovato in Morace tanti punti in comune, uno su tutti, l’educazione anche nei momenti più duri. Ricordi. Le scodinzolanti processioni al suo cospetto per toccare “il santo” e l’indifferenza quando le cose si sono messe male. O meglio quando qualcuno ha voluto metterle male. Ma ho detto che non polemizzo e mi fermo qui. Morace ha regalato a questa terra, che è sempre pronta a farsi del male in ogni modo, un sogno. Il Trapani Calcio è stato un sogno ad occhi aperti. Ma un sogno concreto. Ha dato dignità anche ai trapanesi che non la vogliono, che la rifiutano, che preferiscono rimanere nel loro oblio fatto di ipocrisia – ed in queste ore l’ipocrisia sarà la regina della cronaca – e d’invidia. Ma quel sogno ha messo radici. Non è stato soltanto un evento sportivo, ma un patrimonio di valori che è ormai patrimonio di chi l’ha condiviso con il cuore e non con gli interessi. Potrei continuare ancora a lungo. Perché l’altro sogno si chiama Ustica Lines, sogno umiliato, defraudato, attaccato vilipeso. Ma è più giusto rispettare il dolore, il mio dolore. Buon vento Comandante!

Vito Manca

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