ECCO COME LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI GIOCA IL FUTURO DELLA SICILIA

1 Dicembre 2021

I numeri parlano sempre chiaro. E quelli del Rapporto Svimez ancora di più. Parlano e dicono che in Sicilia la condizione economica è drammatica. Perché dal 2001 al 2020 l’Isola ha perso 20 punti di Prodotto Interno Lordo. Perché il divario con il Nord sul fronte occupazione è salito di 20 punti. Da qui una prima considerazione dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da solo, non ce la può fare a colmare questi gap, rischiando così di mancare l’obiettivo fortemente voluto dall’Unione Europea”. Il Pnrr non è ancora una realtà ma finisce così per essere soltanto un capitolo di una storia infinita che rimanda al sottosviluppo regionale. Svimez mette in guardia: non basta destinare il 40% dei fondi al Sud. Occorre che il Piano sia integrato con i fondi europei e con le Politiche di Coesione “assieme ad una ripartenza del mercato del lavoro e degli investimenti privati affinché la crescita possa essere sostenuta nel tempo dall’incremento dei consumi”. Condizioni che la Sicilia non riesce ad avere. Lo scenario delineato dal presidente dei Consulenti del Lavoro di Palermo Antonino Alessi è drammatico: “In Sicilia, queste ultime due condizioni sono difficilmente realizzabili. I Centri per l’Impiego, che mantengono il 98% della competenza sul mercato del lavoro dell’Isola, sono bloccati e ci vorranno anni prima che tornino efficienti attraverso i previsti concorsi e le dotazioni informatiche, mentre serve adesso che le imprese assumano, dato che, come stima la Svimez, dallo sblocco dei licenziamenti di fine giugno hanno per il lavoro 10 mila soggetti, di cui il 46% al Sud”. Non va meglio sul versante degli investimenti privati. Alessi è diretto sul punto: “Quelli più facilmente attuabili, sulle energie rinnovabili, sono bloccati se non addirittura disincentivati dalla Pubblica Amministrazione proprio quando Terna ha avviato investimenti per fare della Sicilia un hub mediterraneo dell’energia prodotta in Nord Africa e SNAM per farne un hub dello stoccaggio e distribuzione d’idrogeno e biometano. Investimenti che richiedono un forte indotto ed una enorme occupazione specializzata, ma questa opportunità potrebbe essere persa a causa della Pubblica Amministrazione che, da oltre un anno, mostra di non avere più nel proprio core business lo sviluppo dell’energia green e l’abbattimento della CO2, nonostante i roboanti obiettivi scritti nei Piani”. Il presidente non si limita a denunciare l’allarme rosso per l’economia siciliana, indica anche una via d’uscita: “Per superare questa fase critica, la Pubblica Amministrazione deve avere il coraggio di non essere ostacolo e di farsi da parte. Dia il massimo spazio possibile alle Agenzie private del lavoro, fra cui i consulenti del lavoro, che hanno le competenze e le conoscenze dirette per fare incontrare subito domanda ed offerta di lavoro e semplifichi e sblocchi tutti gli investimenti privati nel campo delle energie rinnovabili, sul quale il Pnrr scommette 7 miliardi di euro, dei quali, continuando così, in Sicilia rischiamo di non vedere nulla”. 

Notizie Correlate