La questione è semplice e nello stesso tempo complicata. E’ quasi sempre così quando di mezzo ci sono i soldi. Il sindaco Giacomo Tranchida e l’assessore alle Finanze Fabio Bongiovanni la spiegano così: “Se lo scorso anno i Comuni siciliani sono riusciti a tamponare le difficoltà grazie agli aiuti pervenuti dallo Stato e dalla Regione con i ristori derivanti dalle minori entrate a causa dall’emergenza Covid, quest’anno raggiungere il pareggio di bilancio sta risultando estremamente problematico per quasi tutte le amministrazioni isolane, nelle quali si rileva una diffusa preoccupazione che senza un intervento concreto da parte dello Stato nella direzione delle proposte che gli amministratori stanno formulando a Roma, non si riesca a chiudere i bilanci. Inoltre, i principi del federalismo fiscale che si declinano al Meridione hanno prodotto una elevata sperequazione socio-economica rispetto al Nord Italia che, invece, può contare su una solidità strutturale dei propri bilanci”. L’ANCI Sicilia l’ha spiegata invece con i numeri: “Solamente 152 Comuni su 391 hanno approvato il Bilancio di previsione 2021-2023, appena 74 Comuni hanno approvato il consuntivo 2020 e circa 100 Comuni si trovano già in dissesto o sotto piano di riequilibrio”. I sindaci dell’Isola stanno manifestando a Roma ed a Roma hanno portato il loro pacchetto di proposte: “Abbattimento del 50% degli accantonamenti del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità; assunzione di figure professionali qualificate all’interno degli enti locali in deroga alle disposizioni vigenti; nell’ambito degli accordi fra Stato e Regione, ristoro per i Comuni siciliani dei mancati incassi dei crediti frutto delle inefficienze del gestore regionale Riscossione Sicilia spa, anche in riferimento al processo di acquisizione da parte dell’Agenzia delle Entrate-riscossione”. Nel pacchetto dei sindaci siciliani anche la richiesta di “approvare la norma di attuazione dello Statuto, già deliberata in Commissione paritetica, che prevede, tra l’altro, lo spostamento dei termini per l’approvazione dei Bilanci al 30 novembre”. Che va aggiungersi alla richiesta di “costituire in Conferenza Stato Città e Autonomie Locali un tavolo permanente con Stato, Regione e ANCI Sicilia per affrontare le ulteriori e specifiche criticità degli Enti locali siciliani come la stabilizzazione del personale negli enti in dissesto e in piano di riequilibrio”. Sul tavolo delle proposte al governo nazionale anche le questioni di carattere organizzativo. Un monitoraggio dell’ANCI Sicilia ha registrato un dato allarmante sui posti vacanti nelle piante organiche dei Comuni: “Mancano circa 15 mila unità tra cui circa 4000 fra dirigenti e categorie D”. I sindaci stanno incontrando i rappresentanti delle forze politiche parlamentari per trovare le necessarie soluzioni legislative in grado di fermare quella che si presenta come una deriva finanziaria degli enti locali dell’Isola. Ampia la partecipazione degli amministratori della provincia di Trapani. Presenti i sindaci di Favignana, Salemi, Partanna, Castellammare del Golfo, Calatafimi-Segesta e Buseto Palizzolo. Rappresentati anche i Comuni di Trapani, Marsala, Erice, Valderice con gli assessori alle Finanze delegati dai rispettivi sindaci. Tra gli incontri istituzionali da registrare anche quello che vede protagonisti il viceministro Giancarlo Cancelleri, i sindaci di Salemi e Partanna, Domenico Surdi e Nicola Catania, l’assessore del Comune capoluogo Fabio Bongiovanni e l’ex parlamentare e sindaco di Militello Val di Catania Giovanni Burtone che stanno per incontrare il presidente della Commissione Finanze del Senato Luciano D’Alfonso. Altre delegazioni incontreranno i rappresentanti del governo a cominciare dalla Ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini. In prima linea anche la Ministra per il Sud Mara Carfagna. Hanno aderito alla manifestazione dei sindaci le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil ed il Forum del Terzo Settore.