Sei città in una una. Si presenta così la nuova Trapani dell’amministrazione comunale. E’ la città che nasce dall’indirizzo politico che la giunta ha approvato per la stesura del Piano Urbano Generale. Non più la revisione del Piano regolatore generale, ma un nuovo Piano, definito dalla legge regionale che ha dato il via libera al PUG. Una città che deve tornare ad essere punto di riferimento dell’intero trapanese. Una città che continuerà ad avere uno stretto rapporto di collaborazione con le sue ex frazioni che ora fanno parte del nuovo Comune di Misiliscemi. “L’insieme delle frazioni – si legge nelle direttive generali – dovrà costruire spazi caratterizzanti un centro urbano di qualità, costituito da aree e strutture pubbliche al servizio della comunità avente nuove esigenze derivate dall’acquisita autonomia”. La nuova Trapani sarà a consumo di suolo pari a zero. “Obiettivo generale – continuano le direttive – dovrà essere quello di limitare decisamente la crescita edilizia residenziale nei prossimi anni ed in particolare ogni forma di edificazione che possa comportare un ulteriore consumo di suolo. In alternativa il nuovo Piano dovrà puntare sul riuso del patrimonio edilizio non utilizzato o sotto utilizzato, favorendo tutte le condizioni di un suo inserimento nel mercato, con il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico in condizioni di degrado e di sottoutilizzo e puntando soprattutto su interventi di recupero, restauro e ristrutturazione edilizia”. Città nuova dunque lontana dal rischio delle speculazioni edilizie. Che prevede “una attenta limitazione delle zone di nuova espansione, calibrata ai contesti specifici, e finalizzata al completamento e rafforzamento dell’identità delle frazioni ed in continuità con i sistemi insediativi esistenti. Il
contenimento di consumo del suolo, limitando l’urbanizzazione di nuove aree, passa dal potenziamento insediativo della città esistente e delle frazioni. Il Piano dovrà individuare procedure e strumenti tesi a promuovere e incentivare pratiche di recupero e di completamento dei tessuti edilizi esistenti. Recuperare e riqualificare, attraverso la promozione di iniziative pubbliche e private, aree già urbanizzate e degradate consentirà di riutilizzare ciò che è già costruito e che oggi risulta di scarsa qualità, incongruo rispetto al contesto, obsoleto e compromesso”. Da qui l’attenzione ai nuovi indici: “Nelle zone costruite delle frazioni non dovrebbe mai superarsi l’indice di 1,5 mc/mq e l’altezza massima di 2 piani fuori terra. Nelle frazioni inoltre bisogna prestare particolare attenzione alla perimetrazione delle zone storiche che non rispondono ad alcuna valenza testimoniale e, in alcuni casi, sono state manomesse integralmente”. Indici e definizione di centro storico nelle frazioni sono due criticità che si sono manifestate con l’approvazione del Piano regolatore generale e che ora il PUG è chiamato a superare. Nella città sostenibile rientra invece “la pianificazione delle zona stralciata della zona Sud. Nell’approvazione del Prg, le zone di edilizia abusiva, località Marausa, sono state stralciate per verificare le condizioni di legittimità degli immobili interessati. Tale zona dovrà essere studiata a seguito di tale verifica di legittimità, anche a seguito di procedure di condono edilizio, al fine di un riordino urbanistico. La costa ed il mare sono un elemento forte del territorio trapanese”. La città sostenibile anche come obiettivo “quello di mantenere o aumentare la qualità edilizia, architettonica e degli spazi aperti residenziali”. Punta poi a “garantire la residenzialità individuando sia operazioni di recupero del patrimonio esistente,
che ricuciture urbane con piccoli completamenti delle aree residenziali all’interno
delle zone già costruite, ampliando, preferibilmente le zone C”. Nei compiti della città attiva rientra invece “la riorganizzazione, qualificazione e potenziamento dell’area portuale. Il primo dei compiti immediati della città di Trapani, proprio per riaffermare il proprio ruolo in campo provinciale e regionale, ha a che fare con la riorganizzazione e il potenziamento dell’area portuale e del suo rapporto con la città e il territorio: qualificando l’affaccio sul centro storico, potenziando la logistica portuale a sud, assegnando spazi specializzati più ampi e meglio attrezzati alla cantieristica e alla nautica da diporto nell’ambito di una riorganizzazione complessiva del rapporto fra città e litorale”. La città attiva avrà tra le sue priorità la “riqualificazione dell’area demaniale del vecchio areoporto di Milo, creando un polo di servizi, aventi valenza sovracomunale quali il già previsto interporto legato alla logistica di grande percorrenza, il centro di Protezione Civile Regionale, ma anche Uffici pubblici o strutture scolastiche o altre infrastrutture rivolte ad un ampio bacino di utenza del territorio”. Le direttive pongono anche la questione della perequazione con l’obiettivo di “individuare dei meccanismi alternativi all’esproprio per la previsione dei necessari servizi pubblici di Piano, standards urbanistici, al fine di limitare o eliminare, per l’amministrazione comunale, l’entità degli esborsi finanziari per la corresponsione degli indennizzi ai proprietari della aree interessate,
che la legge riconosce. Il nuovo Piano dovrà farsi carico, all’interno delle norme vigenti, di trovare soluzioni adeguate a risolvere il problema della sperequazione tra le aree ed, inoltre, dovrà prevedere una gamma di possibili modalità alternative per la realizzazione dei servizi pubblici a costo zero”. Trapani sarà anche una città accessibile. Le direttive puntano “alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali nel campo delle politiche territoriali ed ambientali”, pratica che “si sta affermando ovunque come una strada obbligata per produrre piani ed azioni che siano il portato di scelte condivise da parte delle comunità locali. Il sempre più ampio ricorso a forme di pianificazione partecipata rappresenta oggi la migliore risposta alla inefficacia degli strumenti di pianificazione tradizionale caratterizzati dalla imposizione di regole spesso non comprese e non condivise dai contesti sociali che dovevano applicarle”. L’amministrazione Tranchida punta poi ad una città attraente: “Con la creazione nella costa settentrionale della città di un distretto turistico e balneare ad alta qualificazione. Fattore cruciale per una acquisizione di peso e di capacità promozionale della città di Trapani nell’ambito provinciale e regionale”. Ecco come: “Recuperando e valorizzando tutto il litorale a nord della città, introducendo aree per attività ricettive, servizi, spazi attrezzati, percorsi pedonali e arredi funzionali ad una fruizione della marina tutto l’anno, in particolare dalla primavera all’autunno”. Rientrano invece nella città vivibile – la sesta ed ultima città nella città – la decisione di “mantenere la stazione ferroviaria nell’attuale posizione. Positiva sarà la proposta progettuale di Ferrovie di realizzare un sottopasso, già valutata favorevolmente dall’amministrazione comunale” ed approvata dal consiglio comunale. Disco verde anche all’ampliamento del Cimitero con un project financing, in corso di valutazione, “che potrà consentire, per alcuni anni, di sostenere le esigenze dell’intero territorio di Trapani e
Misiliscemi”. Altro capitolo aperto quello della riqualificazione delle periferie. In particolare di quella che fa riferimento a Villa Rosina. In gioco pure il nuovo Ospedale. Le direttive sono quanto mai chiare: “Il territorio esige che venga prevista un’area da destinare a struttura sanitaria polifunzionale pubblica facilmente accessibile dagli abitanti sia del centro urbano di Trapani che della periferia, delle frazioni e da Misiliscemi. Tale sito potrebbe essere individuata nell’area di proprietà dell’Azienda Sanitaria limitrofa alla stazione ferroviaria di Milo, che per la posizione potrebbe assicurare ottime condizioni di accessibilità, salubrità, fornendo una facile ed economica soluzione alle carenze delle strutture sanitarie del territorio. Come dichiarato dagli amministratori dell’Asp, una nuova struttura progettata e realizzata secondo i canoni dei moderni ospedali, facilmente raggiungibile, potrà essere realmente l’Ospedale di riferimento di tutto il territorio, garantendo una migliore qualità della salute anche a un bacino più ampio di quello provinciale”. Assessore in prima linea Giuseppe Pellegrino, con la sua delega all’Urbanistica. Queste le sue linee guida: “Fondamentale sarà la perequazione urbanistica, ossia verificare ed individuare le opere pubbliche da realizzare riducendo al massimo le criticità, ed avendo cura di individuare alternative per ogni opera: ogni cittadino a cui viene tolto un lotto deve riceverne un altro per realizzare una casa. Il progetto di sviluppo deve dare vantaggi a tutti, partendo dal porto, l’interporto di Milo, il nuovo Ospedale provinciale a Milo, la sistemazione della litoranea Nord in centro turistico, il recupero di Cappuccinelli, ma anche la nascita del Parco Naturalistico della nave Romana a Marausa che, in seno alla costiera sud, vedrà nascere nel tempo la ciclopedonale”.