TRAPANI, IL PARCHEGGIO DI PIAZZALE FALCONE E BORSELLINO E LA MAGGIORANZA SENZA NUMERI

31 Agosto 2021

“E’ una questione politica”, ha detto a chiare lettere l’assessore Giuseppe Pellegrino. L’ha dichiarato nella seduta consiliare di ieri sera quando è stato chiamato ad illustrare la delibera in esame. In sintesi: la ditta Gimotor, nell’ottobre del 2019, ha chiesto il permesso per realizzare un parcheggio a raso nell’area del Piazzale Falcone e Borsellino. Si tratta del Quartiere Portici nella Via Virgilio. La stessa ditta – affittuaria del terreno con opzione d’acquisto – ha anche comunicato di voler realizzare anche un chiosco bar, un’area libera ed un autolavaggio automatico. Per meglio dire, self service. L’area in questione è di circa 3.435 metri quadrati. Il parcheggio ad uso pubblico progettato prevede 41 posti auto, di cui 2 per diversamente abili, 5 posti per ciclomotori, 20 per biciclette. Gli uffici di Palazzo d’Alì avviano l’istruttoria e verificano che la proposta progettuale definita dall’architetto Francesco Saverio Tallarita era in linea con le previsioni del Piano regolatore generale che prevede “zona destinata ad attrezzatura pubblica – parcheggi e parcheggi alberati. Durante l’istruttoria interviene l’amministrazione che punta a stralciare dal progetto l’autolavaggio automatico. La motivazione: si tratta di un’area residenziale, meglio utilizzarla oltre che per il parcheggio per valorizzare il verde pubblico e per realizzare giochi per bambini. L’amministrazione – si legge nell’atto deliberativo – pone la questione alla ditta informalmente senza mai mettere la sua proposta nero su bianco. Proposta che prevedeva anche la possibilità di concedere un’altra area di proprietà comunale, adiacente, per consentire alla ditta di realizzare l’autolavaggio. Ma il dialogo tra amministrazione ditta è po’ come quello tra sordi. Gli uffici vanno comunque avanti. E ad un anno dalla proposta, il 19 ottobre dell’anno scorso, la conferenza di servizi acquisisce tutti i pareri, che sono inevitabilmente favorevoli ma condiziona il definitivo via libera alla presentazione – prevista dalle norme – dello schema di convenzione, a carico della ditta. Lo schema arriva il 10 marzo del 2021. La convenzione – non tiene per nulla conto delle osservazioni dell’amministrazione – è conferma come unico obbligo nei confronti del Comune “sotto il profilo del diretto soddisfacimento del pubblico interesse, un posto”. Uno dei 41. Ma la storia continua perché lo scorso 27 maggio la giunta approva un progetto di fattibilità: “Trapani, Verde e Decoro Urbano, Sistemazione a verde urbano del Piazzale Falcone e Borsellino”. Il giorno dopo vengono raccolte delle firme al Quartiere Portici. Firme in calce ad un documento inequivocabile che punta ad avere nell’area in questione del verde pubblico. Il 31 maggio il consiglio comunale approva il piano triennale delle opere pubbliche con un maxiemendamento presentato dal presidente Giuseppe Guaiana che prevede l’inserimento nel piano del progetto di sistemazione a verde urbano del Piazzale in gioco. Torna così in primo piano il richiamo politico di Pellegrino: “Il consiglio deve prendere una decisione”. L’amministrazione non ha dubbi. La delibera va bocciata perché lo schema di convenzione va in tutt’altra direzione. Si apre il confronto in aula ed è quanto mai acceso tra opposizione e maggioranza. La minoranza usa il fioretto con Domenico Ferrante ed un po’ meno con Giuseppe Lipari, che chiedono di leggere integralmente l’atto in consiglio e che presentano come gruppo VIA un emendamento per aumentare da uno a quattro i posti a disposizione del Comune, ma arriva anche la sciabola con la consigliera del Movimento Cinque Stelle Francesca Trapani che contesta alla maggioranza la politica dei due pesi: “Quando avete dato il via libera ad una Rsa che si presa 8 mila metri quadrati non avete avuto alcun problema, ora vi invece pensate al verde pubblico”. La maggioranza, con la consigliera Giulia Passalacqua, ha provato a ribaltare la tesi politica. Come dire, voi che contestate la cementificazione con la Rsa ora che avete la possibilità di puntare al verde pubblico vi tirate indietro e siete pronti ad approvare la convenzione così com’è. Sta di fatto che l’emendamento di VIA, firmato anche dalla consigliera Anna Garuccio, diventa determinante per decidere le sorti della seduta di ieri sera. Si va al voto, la minoranza esce dall’aula e la maggioranza mostra tutto il peso delle sue assenze. Il segretario generale registra l’esito del voto sull’emendamento: 11 contrari e 13 assenti. Non c’è il numero legale. Ci si aggiorna di un’ora sapendo che la matassa sarebbe stata dipanata nella seduta di stasera – inizio ore 19 -, in seduta di prosecuzione e con la possibilità della maggioranza di arrivare all’obiettivo, quello di bocciare la delibera, con soli 10 voti. Il segretario Giovanni Panepinto chiama l’appello e certifica la presenza in aula di 10 consiglieri. La seduta è dunque valida. Il presidente Guaiana passa alla nomina degli scrutatori e pone la sua proposta al voto. E non può che prendere atto che hanno votato in 8, perché così per l’emendamento anche in questo caso i rappresentanti della minoranza – quelli presenti in aula – ha lasciato i colleghi di maggioranza a fare i conti con i loro numeri. La maggioranza ha mostrato di non averli in due sedute d’aula consecutive. Riproponendo la questione posta da Pellegrino. La questione politica. Per l’assessore era limitata all’atto deliberativo. Da stasera lo scenario – appunto politico – si fa invece più ampio.

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