IMPIANTI EOLICI OFF SHORE. IL PD PROVINCIALE METTE I PALETTI E LANCIA L’ALLARME SULL’IMPATTO AMBIENTALE

22 Marzo 2021

Il Pd non molla la presa e tiene alta l’attenzione sulle richieste di concessioni demaniali marittime per la realizzazione d’impianti eolici off shore. I democratici mettono una serie di paletti: “Pur riconoscendo che alcune criticità tecniche rispetto al passato ed ai parchi eolici tradizionali vengono superate grazie all’utilizzo di moderne tecnologie, consapevoli che i progetti insistono in aree di estrema delicatezza ambientale e importanza strategica internazionale per la presenza di rotte migratorie, in questa fase è opportuno procedere al rilascio delle concessioni demaniali solo dopo un adeguato e approfondito studio di Valutazione d’Incidenza Ambientale dei progetti”. In progetti in questione sono della “Copenaghen Off Shore” (25 pali galleggianti da 10 megawatt ad una distanza di oltre 35 chilometri dia Marsala ed altrettanti dalle Isole Egadi in direzione della Tunisia) e l’altro della “Renexia spa” (190 turbine al largo delle Egadi, un cavidotto sottomarino fino alle coste di Termini Imerese). Alle questioni ambientali il Pd lega anche quelle di carattere economico e strategico: “Appare importante rafforzare inoltre il principio che l’energia prodotta da questi parchi eolici si trasformi in facilitazioni e agevolazioni per i cittadini residenti nei territori più prossimi ai parchi, in modo tale da legare i legittimi benefici economici degli investitori ad una ricaduta favorevole sui territori, per esempio con una riduzione della bolletta elettrica per i cittadini”. La federazione trapanese segue il solco del Pd di Trapani che era già intervenuto sul progetto della “Renexia” ed aggiunge ulteriori elementi di preoccupazione legati “alle enormi dimensioni dei due impianti che, come nel caso specifico del progetto della “Renexia s.p.a.” al largo delle Isole Egadi, non porterà alcun giovamento alla Sicilia in quanto attraverso un lungo cavidotto sottomarino si intende servire la Regione Campania, per cui nelle Isole Egadi per esempio si continuerebbe a produrre energia elettrica con fonti fossili classiche”. Ed ancora: “Sempre a causa delle enormi dimensioni delle aree richieste in concessione sarà inevitabile lo spostamento del traffico marittimo in stretti corridoi molto vicini alle coste della Sicilia e quindi, nel caso specifico delle Isole Egadi, nelle immediate vicinanze dell’Area Marina Protetta. Inevitabile inoltre la sottrazione di aree di notevoli dimensioni all’attività della pesca, settore fondamentale e strategico per l’economica siciliana. Altrettanto inevitabili saranno le influenze negative che subiranno le rotte migratorie che interessano le aree richieste in concessione, influenze negative dovute anche ad un forte impatto acustico”. La segreteria provinciale del Pd già che c’è prova anche a rilanciare: “In linea generale è auspicabile che le Isole Minori italiane rientrino in un piano nazionale di transizione ecologica con riconversione industriale delle attuali centrali elettriche a fonti fossili, riconversione che dovrà interessare anche gli impianti di desalinizzazione dell’acqua presenti nelle Isole”.

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