La destra dice no. Non voterà le modifiche allo statuto della FuniErice, così come sono state proposte al consiglio comunale. Il no di Fratelli d’Italia viene motivato dal suo portavoce provinciale Maurizio Miceli e sarà concretizzato dal no d’aula del consigliere Giuseppe Vassallo. “Si ha quasi l’impressione – sottolinea Miceli – che la volontà politica dell’amministrazione ericina sia eterodiretta da quella trapanese, depotenziando la FuniErice a vantaggio dell’Atm, sempre in una bieca ottica di controllo strategico dei trasporti dei due Comuni. Rileviamo, tuttavia, che ad oggi i due Comuni sono separati, forse sarebbe meglio ragionare nell’ottica di fondere i Municipi, non le rispettive partecipate”. Per Miceli ed il consigliere Vassallo ” l’intervento di modifica proposto riguarda proprio la composizione e il ruolo del management aziendale, lo stesso che negli ultimi anni ha risollevato le sorti dell’azienda, conseguendo risultati inaspettati, anzi cogliamo l’occasione per complimentarci con la gestione pluriennale del Presidente del Cda Franco Palermo e del direttore generale Germano Fauci, cui porgiamo i nostri auguri di pronta guarigione”. Da qui una proposta che torna attuale: “Noi abbiamo sempre ritenuto, a più forte ragione dopo la modifica dell’ente Provincia, come il Comune di Erice avrebbe dovuto acquistare le quote paritariamente condivise, per diventare socio unico della partecipata ericina, in modo tale da poter gestire non soltanto la funivia ma l’intero asset dei trasporti e dei parcheggi locali”. Poi i “sospetti” della destra: “A noi sfugge come mai, in questo momento storico, l’amministrazione con la modifica statutaria voglia depotenziare la figura del direttore generale e i poteri di controllo del consiglio di amministrazione, nonostante proprio con la sindacatura Toscano sia stata approvata una riforma statutaria per l’adeguamento alla normativa Madia, così come recepita dalla Regione Siciliana. L’adeguamento del 2017 aveva creato la figura del direttore generale, attribuendo i poteri al Cda, adeguando lo statuto al dettato normativo, non si comprende come mai adesso si voglia fare un passo indietro, generando un ibrido totalmente ai limiti della legittimità amministrativa”. Il “sospetto” si fa concreto: “Tutto ciò, viene maliziosamente da pensare ma probabilmente ci sbagliamo, sembra essere congeniato per superare la figura dell’unico tecnico inamovibile della FuniErice, perché vincitore di concorso e non espressione di cooptazione politica, quindi soggetto che risponde a logiche squisitamente aziendali e non di parte. Può essere questo, a nostro avviso, il problema, ma non vogliamo pensare che questa amministrazione arrivi a tanto, nella smania di un controllo, tutt’altro che analogo come definito dalla normativa. Tutto ciò senza consultare il management, che per primo potrebbe fornire un contributo conoscitivo insostituibile e sottoporre, magari, soluzioni o indirizzi veramente condivisibili per la migliore efficienza della società”. La destra passa dal “sospetto” alla “speranza” e s’appella alla maggioranza consiliare: “Siamo fiduciosi che i consiglieri di maggioranza abbiano piena contezza di tutti questi passaggi ed esprimano un voto consapevole, facendo prevalere le ragioni del buon senso all’ordine di scuderia, perché avallando questa modifica potrebbero compromettere seriamente il futuro di un gioiello come la FuniErice, così come finora brillantemente gestita”.
FUNIERICE, LA DESTRA ALZA IL TIRO. MICELI E VASSALLO: “MODIFICHE ALLO STATUTO O CONTRO IL DIRETTORE GENERALE?”
6 Marzo 2021
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