TRAPANI, TRANCHIDA: “ECCO PERCHE’ HO NOMINATO IL DOTTOR BARONE”

29 Dicembre 2020

“Non credo che questo sindaco si debba giustificare di una nomina di un dipendente  che, fino ad allora, non aveva dato alcun segnale di indegnità all’incarico”. E’ la sintesi della nota che il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha inviato alla stampa per tornare a parlare dell’operazione antimafia “Ruina”, che ha coinvolto, tra gli altri, l’ex dirigente ed amministratore della “ATM”, società di proprietà comunale. Tranchida prova a chiarire le sue scelte. Ricorda che “il dottor Barone già dipendente dal 1986 e poi Direttore Generale dal 1996 di Sau, ora ATM spa, nell’arco temporale utile per la nomina ed il successivo insediamento del nuovo Cda, previo adeguamento statutario proposto e poi approvato dal consiglio comunale, il 15 novembre 2019 è stato nominato da questo sindaco – tanto per continuità amministrativo-temporale e poiché unico dipendente ATM titolare del patentino di  direttore d’esercizio, Amministratore Unico della società e successivamente lo scorso 30 gennaio, presidente del Cda, in entrambi i casi senza alcun compenso, concludendo tale ultimo mandato l’8 settembre. Invero il dottor Barone è andato in pensione il 31 dicembre del 2019″. Il primo cittadino aggiunge nella sua nota che “la scelta è caduta sul dottor Barone in considerazione del fatto che lo stesso aveva maturato una pluridecennale esperienza lavorativa all’interno della partecipata e questo avrebbe garantito senz’altro una continuità tecnico-funzionale oltre che amministrativo- aziendale nel periodo transitorio precedente la nomina del nuovo Consiglio d’amministrazione”. Tranchida sottolinea che “nessuno ebbe a lagnarsi di tale nomina” e nessuno “ha sollevato particolari contestazioni”. E ci tiene a precisare che non poteva essere a conoscenza delle indagini della magistratura che affiancano Barone alla famiglia mafiosa di Calatafimi-Segesta. Indagini che non potevano essere a conoscenza neanche della compagine amministrativa della società. Tranchida finisce per “difendersi” con un affondo. Pronto a dare il suo contributo alle inchiesta ma anche pronto a verificare se ci sono ipotesi del reato di diffamazione nei suoi confronti e nei confronti dell’ente che amministra. Il sindaco ha concluso la sua nota ricordando che nell’immediatezza dell’operazione antimafia ha chiesto all’ufficio legale comunale di avviare tutti gli atti e le procedure a tutela dell’ente e della città.

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