“Io sono stato presente in città nei giorni successivi all’estromissione e ritornerò le prossime settimane al momento che verrà definitivamente approvato il concordato per ricominciare a lavorare e creare il nuovo futuro del Trapani Calcio”. A seguire: “Ho vissuto questo mese in pessimo stato, perché purtroppo tutte le colpe sono state addossate nei miei confronti. Tutti pensavano che fossi un uomo di Petroni: se ciò corrispondesse a realtà il Trapani oggi era fallito”. Ed ancora: “Farò tutto ciò che è nelle mie possibilità perché si risolva al meglio per i creditori e per la società. Non avevo ne continuo ad avere alcuna intenzione di far fallire il Trapani Calcio”. Ancora prima: “I miei legali stanno lavorando perché si possa raggiungere un accordo con i legali della controparte. La mia intenzione è di saldare quanto dovuto a tutti i dipendenti e richiedere nel contempo il ritiro dell’istanza di fallimento. Già all’inizio della prossima settimana i miei legali dovrebbero incontrare i legali della controparte e definire il tutto”. Così parlò a più riprese Gianluca Pellino, l’imprenditore che ha voluto sottolineare più volte che nella vicenda, anzi, vertenza, Trapani Calcio, lui ci aveva e ci ha messo la faccia. Bene, anzi, male. Di quella faccia, oggi, rimane ben poco. Il Tribunale di Trapani ha infatti dichiarato il fallimento della società granata. Ed ha messo fine ad una brutta storia, dichiarando inammissibile la domanda di concordato. La sentenza è più che mai chiara e netta sulle carte e sui documenti presentati dalla proprietà del Trapani Calcio – “sono il proprietario a tutti gli effetti” ha ribadito spesso Pellino, quando sottolineava di averci messo la faccia – e sull’assenza dei requisiti di legge e di procedura per tenere ancora in vita il sodalizio granata. Oggi finisce la rappresentazione a piacimento della realtà. Oggi vengono archiviate tutte le dichiarazioni, le interviste farlocche, i tentativi di mischiare le carte che hanno accompagnato la richiesta di fallimento che legittimamente hanno presentato dipendenti, fornitori e creditori. Oggi è il giorno dei sigilli. Ma ci sarà ben poco da sigillare perché è stato distrutto tutto. Il prossimo 12 maggio ci sarà la verifica dello stato passivo ed entro 30 giorni da quella data si potranno presentare le domande d’insinuazione al curatore fallimentare. Oggi una sentenza, emessa nel nome del popolo italiano, mette nero su bianco, in maniera inequivocabile, responsabilità e facce. Oggi è comunque un giorno triste per il cuore granata.