TRAPANI CALCIO, TUTTE LE GAFFE DI PELLINO. ED IL RISCHIO DI UN ALTRO “PELLINO”

27 Settembre 2020

In principio furono i tifosi teppisti, che hanno aggredito “uno dello staff”, che stava aprendo i cancelli dello Stadio. Da qui l’annuncio di una denuncia che il signor Gianluca Pellino non ha mai fatto conoscere nella sostanza. Aggressione che però è stata smentita da tutti i presenti e di cui non si è mai saputo nulla. Poi è stata la volta dei giocatori sindacalisti, Felice Evacuo su tutti, che creavano problemi per svolgere gli allenamenti. Peccato però che la società di Pellino – chiamarla la società Trapani Calcio è dura – non era in grado di rispettare i protocolli sanitari. Altrimenti i calciatori avrebbero potuto e dovuto allenarsi. A seguire, i dipendenti, rei di avere deciso di fermarsi per un particolare di nessun conto, per un orpello, quello di attendere tre stipendi pieni e con il quarto che sta già maturando. La risposta di Pellino è stato che doveva avviare un piano di rientro. In sintesi qualcosa di simile: accontentatevi di quello che vi posso dare e secondo i miei tempi. Il diritto dei lavoratori ad essere pagati? Un elemento marginale. Con il tentativo messo in atto di dividerli, tentando di utilizzare quelli che erano necessari al momento magari per poi scaricarli in un secondo momento. Il tutto condito da una frase ormai celebre: “Io ci metto la faccia”. C’è da chiedersi che tipo di faccia è quella che Pellino ha messo e metterà di fronte al 3-0 a tavolino nella prima di campionato contro la Casertana. Nell’ambito della gara che non c’è stata la “perla” di Pellino. Il tentativo di scaricare sul dottore Giuseppe Mazzarella la responsabilità della sconfitta. Perché com’è noto i medici si tesserano il giorno prima o lo stesso giorno della partita, così come gli allenatori. In quest’ultimo caso Pellino ha dichiarato che il problema era stato risolto con il tesseramento di Biagioni, ma non è proprio così. Le norme dicono altro. Anche oggi Pellino ha detto di avere tutto e tutti contro. Ma avrà avuto modo di approfondire l’arcano? Trapani, nella sua interezza, soltanto con una piccola parte di “collaborazionisti”, perché s’è messa contro? Cosa ci guadagna Trapani ad essere radiata dallo sport professionistico? Pellino farebbe bene a dare una risposta a queste domande. In queste ultime ore ha tentato di sganciarsi da Fabio Petroni. Ma, per sua responsabilità perché non è mai stato chiaro fino in fondo, non ci crede nessuno. Sicuramente sarà un errore di valutazione di tutta la città. Ma anche in questo caso Pellino dovrebbe approfondire, interrogarsi sulla diffidenza che ha accompagnata la sua presenza a Trapani. Quel che emerge. ed oggi è esploso, è questo assoluto sentimento di lontananza da lui e dal suo staff, anche da quel po’ d’indigeni che ha raccattato in giro per la città. E’ forse arrivato il momento di rendersene conto, di prendere atto di quel che è accaduto. Chiudersi a riccio sarebbe l’ennesimo errore. Ma c’è un elemento di preoccupazione ormai eclatante. C’è il rischio concreto che la tensione possa salire più del limite consentito. L’ordine pubblico può essere messo a dura prova se le cose rimarranno come sono al momento. C’è però anche un altro capitolo da aprire, questo a scopo preventivo. La città non sarebbe in grado di subire un terzo passaggio: da Petroni a Pellino, ammesso che sia un passaggio vero, ad un altro o ad altri che non hanno nessun collegamento con la città. La storia è fatta di fasi. E’ questa, per tutto quello che è accaduto dal dopo Morace ad oggi, consegna un dato inconfutabile, il Trapani non può finire nelle mani di chi trapanese non è, non per carta d’identità, ma per interessi, per presenza sul territorio. Perché sarebbe insopportabile passare dalla padella Pellino alla brace di questo o quel gruppo o imprenditore che dice di avere a cuore le sorti del Trapani. La società per com’è messa, per i debiti che ha, per la macerie che dovranno essere rimosse, non registrare ed avere l’attenzione di chi, come si dice, viene da fuori. Da fuori perché è fuori dalla dinamiche della città. E’ bene dirlo perché qualcosa s’intravede già all’orizzonte, anche più di un orizzonte. Il sistema Petroni o il sistema Pellino, magari riveduto e corretto, con meno strafalcioni, superficialità, non è quel che serve al Trapani. Il Trapani vada non ai trapanesi, o meglio anche ai trapanesi. Vada al territorio, a chi vive questa realtà, a chi ha scelto di rimanervi pur con tante difficoltà.

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