Mancava la ciliegina sulla torta ed è arrivata. Ecco cosa ha scritto, via social, il leader della Lega Matteo Salvini: “Totale solidarietà al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, contro lo sbarco della nave usata per la quarantena degli immigrati. Un gesto coraggioso, perché non ha esitato a polemizzare con il suo Pd che da Roma pretende di calpestare i territori”. Quale sbarco? Ma il punto ormai non è questo. E la vicenda della nave “Aurelia” è soltanto un capitolo di un libro che si va scrivendo da tempo. Ed è un libro che parla d’irresponsabilità politica. Perché, al netto della vertenza di queste ore, di chi ha sbagliato di più e di chi ha sbagliato di meno. Di chi ha voluto strumentalizzare e di chi ha trovato il modo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Senza entrare nel merito di un problema, quello della gestione dei flussi migratori, già di per sé di carattere emergenziale, che va ad aggiungersi ad un’altra emergenza, quella della pandemia per il virus, pandemia che rischia di finire fuori controllo, le dichiarazioni di ieri, di oggi e forse anche quelle di domani mostrano una politica – nel suo complesso – che è ormai schiava dei social, che insegue il commento del primo “imbecille” di turno, che richiama l’attenzione di tanti altri “imbecilli”, che a loro volta allargano il loro orizzonte verso ulteriori “imbecilli”. Che però segnano la rotta – qui è il caso di dirlo – e sono in grado di bypassare riunioni ufficiali in corso o definite. Di calpestare interlocuzioni istituzionali. Di cancellare il doveroso riserbo che dovrebbe avere l’azione politica ed amministrativa quando gli atti non sono ancora conclusi, quando ci possono anche essere soluzioni credibili ed utili che possono essere prese con il necessario equilibrio e confronto. Ma un post che richiama un altro post può distruggere tutto in poco tempo. Tutto diventa “spettacolo” ed occasione di propaganda, con l’assoluta incapacità della classe dirigente, a tutti i livelli, di saper discernere, di saper interpretare. Si rincorre il post del momento, dimenticando che gli “imbecilli” che si stanno scontrando – senza saperne spesso nulla – sull’immigrazione, per fare un esempio ad hoc, sono gli stessi che qualche minuto dopo finiranno per dedicarsi alla ricetta del giorno, o a postare la foto della cena della sera prima o correranno a mettere il loro “mi piace”, sul posto di chi magari ha annunciato la morte di un proprio caro. E la stampa – noi della stampa – a rincorrere gli “imbecilli” che determinano la reazione dell’amministratore di turno. Come ieri. Paradossale avere la replica della presidente dell’Assemblea provinciale del Pd Valentina Villabuona, prima della nota ufficiale del sindaco Giacomo Tranchida. Ieri, ma nessuno se n’è accorto, è stata stravolta la terza legge della dinamica: ad ogni azione corrisponde un’azione uguale e contraria. Non è più così. Ora ad una reazione corrisponde un’azione uguale e contraria. Perché tutto questo? Si tratta di un sottocapitolo del libro in questione: la progressiva mancanza di rispetto della stampa che, a sua volta, non sa farsi rispettare. E finisce così per subire la mancanza di regole, oserei dire di rispetto. E’ una storia di degrado che è soltanto all’inizio. Si salvi chi può.
TRAPANI, SALVINI E LA SOLIDARIETA’ A TRANCHIDA. IL CAPITOLO DI UNA STORIA…CHE FARA’ MALE
21 Agosto 2020
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