In queste ore convulse di dichiarazioni e contro dichiarazioni in casa Pd c’è stato anche un disguido mediatico. Uno su tutti: la dichiarazione della presidente dell’Assemblea provinciale del Pd Valentina Villabuona – che ha deciso di prendere posizione dopo la nota del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida che, a sua volta, contestava le dichiarazioni dell’onorevole Carmelo Miceli – è arrivata in alcune redazioni, come la nostra, prima della dichiarazione di Tranchida. Per quanto ci riguarda: Villabuona ore 17,52, Tranchida, ore 18,55. Di conseguenza c’era una replica, quella della presidente dell’Assemblea provinciale del Pd che assumeva un significato per così dire “monco”. Ristabilita la sequenza di comunicati – sarebbe da chiarire il percorso della nota di Tranchida che non è arrivata a tutti nello stesso tempo, ma in tempi di web e di predominio social tutto può accadere – è utile concentrarsi sulla nota del sindaco per avere un quadro più chiaro delle condizioni del Pd trapanese: il partito che si è presentato meno di un mese fa in veste unitaria. Tranchida, per motivare la sua seconda ordinanza di divieto di sbarco per la nuova nave quarantena, “Aurelia”, che si è affiancata, al largo del porto cittadino, alla “Azzurra”, ha tra le altre cose argomentato che questa vicenda gli ha consentito di apprendere “l’esistenza politica interessata al territorio trapanese del deputato Carmelo Miceli”. Lo ha anche definito “sconosciuto deputato”. Ed ha aggiunto: “Trapani forse è stata, ma di certo non sarà, terra di conquista per classi dirigenti <<nominate>>, che presi i voti scappano via lasciando storiche macerie invece di impegnarsi per il riscatto di questa terra”. Tranchida ha anche sottolineato che la sua “militanza datata non certo è riconducibile a logiche di padrinaggio e patronaggio politico, bensì al rispetto e tutela degli interessi del territorio”. Eppure – è la cronaca a confermarlo – Miceli ha frequentato spesso il territorio trapanese. Nel congresso dell’unità Pd in quel di Salemi la neo presidente Villabuona pose quasi come una medaglia al petto del partito trapanese la decisione di far partire proprio da qui la sfida politica per cambiare i decreti Sicurezza che entrano in qualche modo in quest’ultima polemica. Sfida lanciata da Miceli. Lo “sconosciuto” deputato è pure componente della segreteria nazionale del Pd con la delega alle Politiche per la Sicurezza. Nomina che dovrebbe avergli dato una visibilità interna notevole, perché militanti ed iscritti dovrebbero conoscere i propri dirigenti. Soprattutto un dirigente nazionale, come in questo caso. Ma c’è un ulteriore elemento che finisce per essere spia concreta del clima che si respira nel Pd trapanese e che ha sicuramente il caso Tranchida come punta dell’iceberg dem. Se Tranchida è del Pd e Tranchida è del Pd. Perché tutti, nel partito, confermano che ha rinnovato la tessera. Tra l’altro, come sindaco, rientra in uno dei progetti della nuova segreteria targata Domenico Venuti, quello della conferenza dei sindaci. Se è del Pd ed è la sua, come dichiara, una militanza datata, è anche un elettore di Miceli. Il parlamentare era candidato nel collegio plurinominale Sicilia 1, al secondo posto nella lista bloccata aperta da Maria Elena Boschi che, eletta in un collegio uninominale nel Nord ha lasciato il seggio siciliano al primo dei non eletti, quindi a Miceli. Se le parole hanno ancora un senso – ma spesso non ce l’hanno – di “sconosciuto” c’è ben poco in questa storia. Al contrario, appare come un nuovo capitolo di un passato che non passa, di un caso, quello dei rapporti tra il Pd e Tranchida, che non è stato mai affrontato fino in fondo. Un nodo che nessuno ha voluto sciogliere e che si allenta e s’indurisce con il divenire della politica. E’ di sicuro un problema che prima o poi qualcuno dovrà affrontare. Appuntamento al prossimo scontro.
CASO TRANCHIDA: LO “SCONOSCIUTO MICELI” ED IL PASSATO CHE NON PASSA
20 Agosto 2020
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