In principio fu Tonino D’Alì, poi D’Alì e Nino Croce. Dopo, D’Alì, Croce e Giulia Adamo. Poi ancora D’Alì, a fasi alterne. Storia complicata quella di Forza Italia in versione trapanese. Ora è sempre di più Toni Scilla, leader unico e solo del partito, anche se i forzisti possono contare anche su un deputato regionale, il marsalese Stefano Pellegrino. Ma il partito è assolutamente Scilla. E’ lui che tiene i contatti diretti con il capo indiscusso del partito siciliano, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. E’ lui che tira la carretta di un partito che non può più avere i margini di manovra del passato. E’ organizzato ma con le forze che può dispiegare Scilla. Prima era un partito con una leadership, quella dell’ex senatore D’Alì e con qualche altro pretendente al “trono” e con una struttura, anche se leggera, che si avvicinava a quella di un vero partito. Ora Scilla fa quel che può. E’ uomo di partito e si muove da uomo di partito. Ma non ha le risorse che servono per tenere in piedi una forza politica e Forza Italia non ha più il potere di qualche tempo fa. Scilla sta pancia a terra e lavora. A Mazara del Vallo, la sua città, sta al fianco del progetto civico che dovrebbe guardare e guarda al centrosinistra del sindaco Salvatore Quinci perché il centrodestra non esiste. Ed un centrodestra a trazione leghista è quanto di più lontano dalla sua linea politica. A Marsala ha detto sì alla candidatura a sindaco di Massimo Grillo ma non ha certo gradito – anche se non ha fatto trapelare una sola parola – la fuga in avanti di Pellegrino, che era già al fianco di Grillo prima ancora che il partito avesse preso una decisione e durante le trattative nel centrodestra regionale che sono state disturbate non poco dalla scelta del deputato regionale. A Castelvetrano sta tentando di ricostruire un partito che si è liquefatto. Un partito che aveva puntato su una classe dirigente giovane ma che si è poi ritrovato con poco o nulla nelle mani perché i giovani hanno entusiasmo ma poca voglia di soffrire. L’opera di ricostruzione è cominciata da Selinunte e dal porto che verrà E stavolta verrà davvero. Ad Alcamo, Forza Italia è costruita sulla famiglia Bono Parrino, sull’ex senatrice Enza Bono Parrino e sul figlio Giuseppe. Il partito lì si muove con lentezza. Non c’è nel dibattito politico. Scilla avrebbe gli strumenti per rianimarlo ma sta al gioco degli equilibri interni ed anche lui è in attesa di eventi migliori, comunque nuovi. A Castellammare del Golfo, la linea garantista dei forzisti ha finora retto all’urto dell’avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa che ha chiamato in causa il sindaco Nicola Rizzo. Forza Italia è in giunta ed intende rimanerci. Del resto anche tutte le altre componenti della maggioranza hanno confermato la loro fiducia al primo cittadino non soltanto con le dichiarazioni d’intenti ma con i fatti: approvando il bilancio di previsione 2020. A Trapani ed Erice, Forza Italia non ha la prima parola nel centrodestra. Anche perché il centrodestra è unito nelle note stampa contro l’amministrazione del sindaco Giacomo Tranchida ma è a forte competizione interna e con equilibri ancora tutti da definire e di conseguenza non riesce a produrre una proposta alternativa. I partiti ed i gruppi che ne fanno parte si muovono spesso autonomamente nella sostanza dei fatti. Scilla è sempre stato rispettoso delle condizioni del centrodestra di Trapani ed Erice. Ha sempre saputo di non poter avere al suo fianco tutti quelli o buona parte di quelli che stavano con D’Alì ed ha cercato di costruire un gruppo locale che è sempre di più a sua immagine e somiglianza. Sa di dover giocare di rimessa ed è pronto a farlo. Anzi, è quel che ha fatto finora, garantendosi uno spazio di manovra. Messi i paletti a Marsala per il voto d’ottobre, Scilla si sta dedicando agli altri Comuni che andranno al voto: Campobello di Mazara e Gibellina. E forse Favignana dopo le dimissioni del sindaco Giuseppe Pagoto. Comuni da maneggiare con cura. A Campobello tira una brutta aria e fare politica e come provare ad uscire dalle sabbie mobili. Lo scontro sembra essere a tre: tra il sindaco uscente Giuseppe Castiglione, l’ex assessore provinciale Doriana Licata ed il consigliere Gaspare Passanante. Scelta difficile per Forza Italia. Il sistema elettorale maggioritario impone una sintesi che non è delle più semplici in un Comune ad alto tasso di litigiosità politica e con vicende giudiziarie che sono ancora in evoluzione. Anche Gibellina può diventare un rompicapo. Il sindaco uscente Salvatore Sutera ha deciso di ricandidarsi, ma non ha certo il vento in poppa. E’ pronto a sfidarlo il consigliere d’opposizione Salvatore Tarantolo, ma rimane ancora vuota la casella del terzo incomodo che è l’ex sindaco Rosario Fontana, espressione di Forza Italia nei tempi che furono. Su Favignana è presto per dire qualcosa ma da parte di tutti. In questo scenario politico Scilla ha un punto fermo, la sua linea diretta con Micciché. Il coordinatore provinciale di Forza Italia – o meglio, commissario – ha legato anche con la pattuglia berlusconiana in giunta. In particolare con gli assessori Marco Falcone (Infrastrutture e Mobilità) e con Edy Bandiera (Agricoltura e soprattutto Pesca). Dialogo aperto anche con Bernadette Grasso (Autonomie Locali) e Gaetano Armao (Bilancio). E c’è una notizia, che è anche una dichiarazione d’intenti di Miccichè che è d’interesse per Scilla. Quella dell’annunciato rimpasto di giunta alla Regione. Il presidente dell’Ars l’ha detto chiaro e tondo. Ed ha mandato un messaggio inequivocabile al Governatore Nello Musumeci. Forza Italia si sta interrogando su un rimpasto che potrebbe portare all’azzeramento dell’attuale delegazione nell’esecutivo di centrodestra. Non è una indiscrezione ma un fatto concreto che Scilla sarà – quando sarà e se sarà – un papabile, anche in vista delle Regionali 2022. Il collegio trapanese è stato, per anni, un feudo elettorale di Forza Italia. Non è più così e difficilmente potranno tornare i numeri che c’erano ma è comunque un bacino di voti e di consensi che può essere rianimato e che i forzisti non possono lasciare ad uso e consumo dell’area moderata del centrodestra che gioca in casa con l’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano. La competizione con l’Udc e con tutte le altre componenti dell’area moderata della coalizione sta nelle cose. Scilla lavora da tempo per le Regionali 2022 ed arrivarci da assessore regionale sarebbe come avere una marcia in più. Perché c’è un elemento politico che non va sottovalutato. La lista per le Regionali sarà a carico di Scilla perché Pellegrino ha costruito ben poco sul territorio ed una sua ricandidatura è tutta da verificare. Ecco perché Scilla è sempre di più concentrato sul territorio trapanese. L’ultima mossa, la raccolta delle firme, in lungo ed in largo, da Comune a Comune per “Silvio Berlusconi, senatore a vita”. E la notizia del suo attivismo è arrivata fino a Roma. Oltre che le firme raccolte.
STORIE DI PARTITI…TRAPANESI/1. SI SCRIVE FORZA ITALIA, SI LEGGE SCILLA
7 Agosto 2020
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