Si può fare il punto sul caso del caso Erice? Le basole dell’area antistante Piazza Carmine, per completezza d’informazione. Si può fare. Dicendo che, ancora una volta, Facebook è stata scatenante. Contenitore di segnalazioni che arrivano dal territorio. Dicendo che, non è la prima volta e non sarà l’ultima, la burocrazia può essere micidiale e lo è stata anche in questo caso. Dicendo che l’amministrazione Toscano ha sbagliato. Non perché ha forzato o è andata oltre le sue competenze, ma perché non si è resa conto dell’impatto di un’opera che tutti vogliono ma che deve essere fatta con un criterio che evidentemente non c’era. Ed a dire che le carte sono al loro posto è il responsabile del terzo settore del Comune che, in una nota inviata lo scorso 29 giugno al direttore dei lavori Giuseppe Tilotta scrive: “Visto il progetto approvato si ritiene che i lavori realizzati non solo siano conformi al progetto approvato ma che gli stessi siano migliorativi dello stesso, poiché hanno consentito lo smontaggio delle basole in pietra senza la loro rottura”. C’è da aggiungere che l’amministrazione Toscano può esibire le carte inviate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. Carte del 2015 che, in merito ad un progetto più ampio di recupero del centro storico, si limitavano ad alcune raccomandazioni che non prendevano per nulla in considerazione il progetto per il percorso tattile. Così tanto per fare un esempio. I ricordi potrebbero portare alle polemiche a Trapani per la scala di ferro che consentiva di raggiungere l’area del Bastione dell’Impossibile. Anche in quel caso polemiche, accuse. Ma quella scala aveva tutti i pareri. Tant’è che è ancora lì anche se il Bastione è come dire, chiuso. Tornando al basolato ericino, la ferma presa di posizione dell’ingegnere Amenta ha però finito per seguire le logiche della burocrazia. Alla premessa: è tutto in regola, in linea con il progetto, anzi si sta facendo ancora meglio, non viene indicata la strada di andare avanti. No. Al contrario si blocca tutto. E si ordine al direttore dei lavori di “procedere allo smontaggio delle basole in marmo recentemente montate”, pensando anche alla “pulitura e alla messa in deposito delle vecchie basole in pietra nel caso si dovesse decidere un ripristino della pavimentazione esistente”. La sindaca Toscano è andata anche oltre ed in una sua nota ha assicurato “il ripristino del vecchio basolato” e già che c’era ha convocato uffici ed istituzioni competenti per trovare una soluzione. Ma ormai in piena bagarre burocratica non poteva mancare il colpo a sorpresa. Perché la vicenda è arrivata fino a Palermo ed è stata posta all’attenzione dell’Assessore regionale alla Cultura Alberto Samonà che, ieri, quindi un giorno dopo la nota del dirigente del terzo settore del Comune, ha dichiarato che “Il Soprintendente di Trapani, intervenuto tempestivamente nel cantiere, ha riscontrato la difformità delle opere rispetto al progetto autorizzato nel 2015 ed ha bloccato i lavori disponendo la rimozione del camminamento in pietra bianca e il ripristino del selciato che dovrà essere riportato alle condizioni originarie”. Con l’aggiunta assessoriale che “non è in discussione la necessità di effettuare interventi a tutela dei cittadini con deficit visivi, ma delle modalità e delle tecniche usate per realizzare l’opera. E’ indubbio che in contesti soggetti a tutela ogni intervento deve essere valutato soprattutto sotto il profilo dell’impatto architettonico”. E qui non ci si può che affidare soltanto al giornalista Antonio Lubrano che sottolineava: “La domanda sorge spontanea”. Appunto, la domanda sorge spontanea. Chi sbaglia? Il Comune, con il suo dirigente, o il Soprintendente che è andato sul posto dopo la sollecitazione dell’assessore? Di più. Nella nota dell’ingegnere Orazio Amenta si fa riferimento ad un sopralluogo alla presenza dell’amministrazione. In sintesi: due sopralluoghi, due valutazioni. Non diverse. Alternative. Meglio, contrastanti. Immancabile, scontato, per certi versi anche legittimo, il giro vorticoso di dichiarazioni, di prese di posizione. L’opposizione che attacca e che giustamente canta vittoria perché il progetto si è fermato. La maggioranza e l’amministrazione che si difendono provando a portare le carte a loro discolpa. Su tutto e su tutti il meccanismo tritacarne della burocrazia che attraverso note, contro note, sopralluogo e disquisizioni tecniche è in grado di fermare tutto, senza mai assumersi una sola responsabilità.
ERICE, LA BUROCRAZIA DEL BASOLATO. ANZI IL BASOLATO DELLA BUROCRAZIA
1 Luglio 2020
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