La nuova strategia dell’amministrazione Tranchida. Quella della carta bollata. L’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri viene bocciato senza remore. E non è soltanto una denuncia politica. A Palazzo D’Alì è stata scelta la linea dura: lo scontro. Il decreto del 26 aprile sarà infatti impugnato dal Comune. In una nota le motivazioni della decisione presa dalla giunta. All’ufficio legale comunale è stato affidato il compito “di impugnare il DPCM del 26 aprile 2020, con il quale, tra l’altro, all’articolo 1 viene prorogata la chiusura delle attività commerciali, artigianali e dei servizi, la cui ripresa è fissata in alcuni casi il 18 maggio e in altri il primo giugno”. Ed ancora: “La scelta d’impugnare il DPCM del 26 aprile 2020 parte da due presupposti importanti, il primo attiene alla constatazione che nelle ultime settimane, in Sicilia ed in provincia di Trapani, si registra una diminuzione sensibile della diffusione del virus e l’assenza di una pressione sul nostro sistema sanitario, ovviamente ciò grazie alla compostezza dei cittadini e l’abnegazione del personale sanitario; il secondo attiene alla grave situazione economica in cui si trovano gli imprenditori dei settori interessati che costituiscono la fonte principale di sostentamento nonché il motore dell’economia trapanese”. Scontro sì con il decreto del Presidente Conte ma con qualche cautela: “Il ricorso non rappresenta un insensato <<libera tutti>> ma la possibilità per le nostre attività imprenditoriali di riavviare i motori, al fine di consentire alle tante famiglie trapanesi di ritornare alla dignità del lavoro senza abbandonare il rispetto delle norme di sicurezza e della prudenza, che sono state individuate dai competenti organismi”.
TRAPANI, LA GIUNTA TRANCHIDA IMPUGNA IL DECRETO PER LA “FASE 2”
28 Aprile 2020
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