CORONAVIRUS, CROLLO DEL 76 PER CENTO DEI PASSEGGERI ALL’AEROPORTO DI PALERMO

25 Marzo 2020

Il Coronavirus rischia di vanificare in pochi mesi, un lavoro di anni ed una strategia vincente. L’aeroporto di Palermo era in costante crescita ed invece, oggi, la sua società di gestione è costretta a comunicare un calo del 76% di passeggeri nelle prime tre settimane di marzo. Ed il “Falcone e Borsellino” è uno dei pochi scali italiani che il decreto del Ministero dei Trasporti ha consentito di rimanere in attività. A Palermo, prima dell’emergenza sanitaria, arrivavano e partivano aerei da tutto il mondo. Questa invece la condizione attuale: tre movimenti al giorno, con due voli da e per Roma Fiumicino e uno da e per Lampedusa. “Il drastico taglio dei voli effettuato dalle compagnie aeree – si legge in una nota della Gesap – ha fatto segnare, nella terza settimana di marzo, il calo dei passeggeri del 98 per cento – in media 250 passeggeri al giorno – e – 94 per cento sui movimenti rispetto allo stesso periodo del 2019. Il raffronto dei dati 2020/2019 sulle prime tre settimane di marzo è impietoso: -76 per cento, -53 per cento sui movimenti. Le statistiche sull’anno consegnano un -21 per cento sui passeggeri e un -14 per cento sui movimenti, dati destinati a peggiorare.Inoltre, la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali all’interno dell’aerostazione ha causato l’inevitabile crollo dei ricavi”. Le contromisure della società di gestione sono state già attivate ma la situazione rimane allarmante: “Già agli inizi di marzo è stato messo in campo un piano straordinario per ridurre i costi di gestione, per tentare di mitigare, in parte, i danni economici causati dal crollo del traffico aereo e salvaguardare i livelli occupazionali: razionalizzazione dell’efficienza energetica, rimodulazione delle operazione nel terminal, a partire dalla concentrazione e dall’accorpamento dei banchi check-in e dei gate partenze e arrivi, smaltimento delle ferie residue dei dipendenti, blocco delle prestazioni straordinarie e lavoro a distanza”. L’azione di contenimento dei rischi economici è stata affiancata dall’intesa con i sindacati di categoria per la cassa integrazione straordinaria di dodici mesi per tutti i dipendenti, con il mantenimento dei servizi minimi. Strumento richiesto da Gesap “per crisi aziendale dovuta a eventi improvvisi e imprevisti”. “Per attivare concretamente la Cigs, l’ultimo passaggio formale è la convocazione da parte dell’ufficio provinciale del lavoro, che si attende con urgenza – ha dichiarato Giovanni l’amministratore delegato di Gesap Giovanni Scalia – in questa situazione surreale. La società si è trovata a dover affrontare una crisi improvvisa e inaspettata che, con grande senso di responsabilità di tutti i lavoratori, si sta fronteggiando, garantendo i servizi essenziali e l’operatività stessa dell’aeroporto. L’accordo di avvio della Cigs con i sindacati garantisce una concreta salvaguardia dei livelli occupazionali e farà si che questa crisi non metta a repentaglio nessun posto di lavoro”.

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