La Cisl ci crede. E vuole dare il suo contributo per realizzare le Zone Economiche Speciali. Il suo segretario generale per i territori di Palermo e Trapani non poteva essere più diretto: “Le Zone Economiche Speciali sono una grande opportunità per i nostri territori, la capacità di attrarre imprese con gli incentivi fiscali e normativi, sotto forma di credito di imposta e di semplificazioni amministrative, è una delle chiavi di volta per lo sviluppo, ma se non si impronta alla base una strategia che interviene eliminando i gap che, da sempre, condizionano la nostra economia come ad esempio i tempi della burocrazia, le carenze infrastrutturali, rischiano di restare un’occasione persa come tante”. La Cisl ci crede così tanto che, oggi a Palermo, ha organizzato un convegno dal tema: “ZES e Autonomia Speciale. Quali percorsi decisionali per un nuovo modello di sviluppo”. Il sindacato dice la sua e lancia un allarme. “A nostro avviso – ha aggiunto il segretario La Piana – c’è un gap, che è quello del necessario maggior coinvolgimento dell’Università e della Ricerca nelle fasi progettuali delle Zes, in particolare nell’individuazione dei nuovi insediamenti produttivi, delle innovazioni tecnologiche e delle nuove professionalità che si stanno formando nei nostri territori. Allo stesso tempo riteniamo possa essere essenziale anche un ruolo nuovo e più incisivo del sindacato”. Da qui l’appello alla Regione: “Per questo lanciamo un appello alla Regione affinché insieme ai protagonisti di questa iniziativa, industriali, Autorità Portuale, Università, istituti di credito ed enti locali, si possa discutere in un tavolo tecnico di come procedere affinché le ZES diventino una realtà, partendo dall’unica vera possibile strategia: quella di dotare tutto l’apparato industriale locale di vantaggi essenziali che permettano successivamente il salto internazionale degli investimenti rivolti ai nostri territori, superando quindi quel gap di competitività di cui spesso le nostre aree depresse soffrono”.
Il porto di Tangeri
La Cisl non si limita alle dichiarazioni d’intenti e sollecita il tavolo tecnico partendo da esempi concreti “come il porto di Tangeri in Marocco, che ha visto ad esempio la creazione di 60 mila posti di lavoro ed un incremento delle esportazioni per oltre 2,6 miliardi di euro proprio grazie alle ZES. “Le Zone Economiche Speciali, nella loro fase attuativa – ha sottolineato La Piana – non devono pensarsi od immaginarsi come delle oasi, aree chiuse, slegate cioè dai loro territori di riferimento, e soprattutto non si può partire dall’assunto che nascono per riproporre in altra salsa ciò che già esiste”. Ed ancora: “Il Mezzogiorno deve diventare uno dei più grandi hub logistici del Mediterraneo con l’obiettivo di aprire l’Italia agli scambi con le economie emergenti del Medio Oriente e del Nord Africa”. Il segretario non ha dubbi sulle potenzialità della ZES per i territori di Palermo e Trapani: “Le ZES, come scrive lo Svimez, potrebbero rappresentare una grande opportunità di ri-localizzazione per le imprese italiane ed europee, che dopo tanti anni di delocalizzazione dell’attività produttiva verso le economie emergenti alla ricerca dei costi di lavoro più bassi, tendono a ricollocarsi nei mercati di origine riportando i processi produttivi all’interno dei confini nazionali. Per far questo, serve snellire sul serio, senza sé e senza ma, la complessità dei sistemi normativi e amministrativo burocratici. Li si annidano tutti quei meccanismi che rallentano, impediscono, demotivano, costano; li si annidano i germi e gli effetti della mafia che purtroppo ancora in questa area sono molto presenti”. La Cisl fa poi il suo mestiere e pone un tema prettamente sindacale: “Siamo pronti a siglare, qualora possibili, patti per assicurare flessibilità, ma al contempo lavoro legale, sicuro, garantito e dove vengano applicati i contratti collettivi nazionali e non quelli pirata che stanno distruggendo, tutta una serie di elementi di civiltà anche nell’ambito del lavoro”. Il via libera della Cisl alle ZES ha il sigillo anche della dirigenza nazionale del sindacato. Per il segretario nazionale aggiunto Luigi Sbarra: “Palermo e Trapani fanno parte di un territorio che si presta molto ed è necessario lavorare sul tema della fiscalità, della semplificazione burocratica, sul risveglio della impresa privata. Per questo lanciamo la nostra proposta di un grande Patto nazionale per la Coesione e lo Sviluppo mettendo insieme come sta facendo la Cisl palermitana istituzioni, industrie, tutti gli enti coinvolti per far ripartire la crescita, lo sviluppo, la ricerca puntando su formazione, innovazione tecnologica, infrastrutture”.