Rimanendo in tema sanitario, la politica regionale e nazionale sta verificando sul campo che sulla vicenda del declassamento dell’Ospedale di Castelvetrano rischia di rompersi l’osso del collo. Non è infatti una questione che riguarda soltanto una comunità, soltanto una città. La difesa del “Vittorio Emanuele II” è ormai una battaglia di territorio. Il consiglio comunale aperto che si è svolto lo scorso sabato ne ha dato una ulteriore conferma. Chi mette in discussione la struttura ospedaliera castelvetranese sa già che avrà l’intero territorio della Valle del Belice contro. L’ha ben compreso l’onorevole Eleonora Lo Curto che ha deciso di assumere un ruolo di mediazione tra la Regione e l’area belicina. “L’Ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano – ha sottolineato – non dovrà subire un declassamento. Lo chiede un’intera comunità istituzionale composta da parlamentari nazionali e regionali, e dagli amministratori dei Comuni della Valle del Belice, che ha fatto sentire una sola voce sottoscrivendo un documento con il quale si auspica che il presidio ospedaliero mantenga ed aumenti le unite operative e implementi anche i posti letto”. Il messaggio alla politica regionale e soprattutto alla politica di governo non poteva essere più esplicito: “È in atto un’azione corale senza distinzioni politiche e partitiche che il governo Musumeci, sono certa, saprà recepire per rilanciare nel confronto con il Ministero della Salute la richiesta di deroga al Decreto Balduzzi. È indubbio quanto nel merito si sia spesa la presidente della Commissione Sanità dell’Ars Margherita La Rocca Ruvolo per impedire che l’Ospedale di Castelvetrano subisse un ridimensionamento che, senza una deroga, sarà inevitabile stante l’adeguamento della rete e dell’atto aziendale al Decreto del precedente Governo regionale”. Ma i numeri – ed è questo il punto non possono essere tarati sulla sola Castelvetrano. Ancora l’onorevole Lo Curto: “La richiesta univoca di un bacino che raccoglie oltre 100 mila abitanti, qual è appunto la Valle del Belice, e l’emergenza sanitaria che potrebbe conseguirne per il grave rischio sismico insistente in quell’area, debbono indurre una seria riflessione”. La presidente del Gruppo parlamentare dell’Udc rimanda alla tragedia di Rigopiano di quasi un anno fa ed alla valanga “assassina” che travolse un Hotel. Lo Curto prova a contestualizzare: “In caso di calamità, si attiva proprio in questa area il Centro operativo misto intercomunale per affrontare le emergenze sanitarie”. Ed ancora: “Apprezzo molto anche le sollecitazioni che in tal senso sono arrivate dalla consigliera comunale di Castelvetrano Rosy Milazzo. Il nosocomio cambierà presto nome e verrà definito Ospedale della Valle del Belice, così come assicuratomi direttamente dall’assessore Razza, accogliendo una richiesta del territorio e della quale sono stata portavoce. Il comprensorio belicino deve poter contare su una struttura funzionale ed è per questo che si chiede la sua ridenominazione, servendo un’utenza interprovinciale. La fragilità sismica del territorio è la condizione che rende possibile la deroga e in tal senso è stata formulata la proposta da tutti sottoscritta sabato scorso”. L’esponente dell’Udc prova a fare squadra: “Auspico che a Roma i parlamentari Pd e Cinquestelle, che qui in Sicilia sono all’opposizione, agiscano con spiccato civismo affinché la posizione unitaria della politica siciliana trovi accoglimento pieno presso il Ministero della Salute per gli atti consequenziali che dovrà emanare a tutela dell’ospedale di Castelvetrano”.
CASTELVETRANO, LO CURTO: “L’OSPEDALE NON PUO’ ESSERE DECLASSATO. E’ PER TUTTA LA VALLE DEL BELICE”
13 Gennaio 2020
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