COMMEMORAZIONE MATTARELLA/2, FAVA: “I SUOI NO ALLA MAFIA”. LO CURTO: “LA SICILIA CON LE CARTE IN REGOLA”

6 Gennaio 2020

La commemorazione all’Ars dell’ex Presidente della Regione Piersanti Mattarella ha registrato gli interventi dei capigruppo. A rappresentare il “Misto”, il Presidente della Commissione regionale Antimafia Claudio Fava, figlio del giornalista Pippo Fava, ucciso a Catania quattro anni dopo dalla mafia. “Ricordare Piersanti Mattarella – ha dichiarato – vuol dire soprattutto ripercorrere l’eredità che ci ha lasciato, il rigore civile, la forza morale, la generosità del suo ottimismo. Ma mi piace, qui ed oggi, citare un’altra qualità di cui spesso la politica si è trovata orfana: la capacità di sapere dire dei no. Piersanti Mattarella da Presidente di questa Regione quei no li disse, e non soltanto nei confronti delle mafie. E forse ne pagò il prezzo con la vita”. Il presidente del Gruppo Parlamentare del Pd Giuseppe Lupo ha voluto sottolineare che “è dunque dovere delle Istituzioni far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, l’esaltante stagione di rinnovamento della Sicilia di cui Piersanti Mattarella fu protagonista opponendosi con intransigenza ad ogni forma di malaffare, dimostrando straordinaria capacità riformatrice, eccelse doti politiche di dialogo, quel dialogo che porterà nel 1978 al coinvolgimento del Partito Comunista – il partito di Pio La Torre – nella maggioranza del suo primo Governo anticipando l’esperienza nazionale di Aldo Moro”. Per il capogruppo di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò “Piersanti Mattarella fu paladino dei diritti della Sicilia e dei siciliani, convinto com’era che l’autonomia regionale era ed è patrimonio inalienabile di cui siamo e saremo sempre gelosi custodi e che a nessun costo vorremo vedere distorta da spinte centrifughe”. Per la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto: “Sul fronte della lotta alla mafia, ancora oggi risuona in tutta la sua potenza etica il discorso che pronunciò dopo l’omicidio di Peppino Impastato a Cinisi, nella campagna elettorale in cui era candidato a sindaco. Il suo dire che la Sicilia doveva mostrarsi con le carte in regola lo portarono a condividere le pesanti critiche che Pio La Torre, comunista, fece all’llora Assessorato per l’agricoltura. Queste critiche, quelle critiche e quella comune posizione tra il deputato comunista e il democristiano Presidente della Regione, furono accolte da un assordante silenzio che presagiva quello che sarebbe poi accaduto”.

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