Prima di lasciare il Mercato Ittico all’ingrosso, l’Organizzazione dei Produttori della Pesca, che l’ha gestito dal 2014, ha messo nero su bianco, ed inviato al Comune di Trapani un piano per la sua valorizzazione. Un documento che, ancora oggi, si presenta come un “testamento politico” di OP, che sarebbe andata avanti per altri cinque anni se avesse ricevuto risposte concrete da Palazzo D’Alì e dagli altri enti ed Autorità competenti per affrontare la sfida all’abusivismo e per delineare una strategia di sviluppo del Mercato. Per OP era necessario mettere delle regole. In particolare, con “la ridefinizione degli orari mercatali e regolando gli orari ed i punti di sbarco del prodotto ittico pescato dalla marineria locale”. Iniziativa che avrebbe dovuto avere come punti di riferimento “la Capitaneria di Porto e l’Azienda sanitaria provinciale”. Da qui la richiesta-proposta di “controlli sistematici nell’intera area portuale, sia durante gli orari di mercato, sia nelle restanti fasce orarie per reprimere l’attività illegale che quotidianamente si svolge all’esterno della struttura”. Mercato abusivo che è provato da immagini video e da report fotografici che la stessa OP ha avuto modo di registrare. Nella nota dello scorso 30 gennaio che il presidente Natale Amoroso ha inviato al sindaco Giacomo Tranchida, e per conoscenza, a Capitaneria di Porto, Prefettura e ASP, viene rimarcata la responsabilità dell’amministrazione comunale, chiamata ad attenersi alle norme in materia che rimandano al “divieto assoluto di effettuare il commercio all’ingrosso dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura su aree pubbliche non autorizzate”. La conclusione sul futuro del Mercato all’ingrosso era conseguente: “Attraverso l’applicazione di queste misure il Mercato potrebbe adempiere, in assenza di perdite economiche, ai servizi pubblici richiesti ed ottenere un margine di utile ragionevole”. Si tratta di una sottolineatura importante perché indica le soluzioni che avrebbero consentito di tenere aperto il Mercato fornendo un servizio al territorio, a garanzia dell’intera comunità trapanese. Ma c’è di più. OP entra nel merito anche della opzione che prevede il trasferimento del Mercato al minuto all’interno della struttura di Via Cristoforo Colombo. Nella nota di gennaio si legge che serve l’autorizzazione preliminare dell’Assessorato regionale alla Salute e ci si pone il problema della fattibilità tecnica che “deriva dalla necessità di separare, nel tempo, e in parte, nello spazio, le due attività, ingrosso e minuto”. Ed ancora: “Ne deriva che l’ipotesi di trasferimento dovrà essere preceduta da lavori di adeguamento strutturale che non pregiudichino l’ingrosso e che si integrino con le opere di manutenzione straordinaria necessarie”. Anche in questo caso OP aveva definito un piano da concordare con l’amministrazione. Documento che tuttavia è rimasto soltanto agli atti. C’è da aggiungere che la stessa OP si era interessata all’attuale Mercato al minuto, che si svolge a pochi passi dalla struttura di Via Cristoforo Colombo costituendo un consorzio per la sua gestione. Consorzio registrato che avrebbe dovuto fare sistema e mettere ordine nell’utilizzo dei banchi di vendita. “Poteva essere – ha osservato il presidente Amoroso – una soluzione utile. Avevamo trovato il consenso e l’attenzione degli operatori”. Ma anche in questo caso il Mercato è rimasto nel guado.
LA STORIA/3, QUANDO OP PRESENTO’ IL PIANO PER I DUE MERCATI DEL PESCE DI TRAPANI
20 Dicembre 2019
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