Dal loro punto di vista una vera e propria beffa. L’impianto di videosorveglianza doveva tenere a bada le forze dell’ordine ed invece è diventato lo strumento che li ha portati in carcere o denunciati con l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. L’accusa è produzione e spaccio di droga. Nel caso specifico, marijuana. Coltivata, con grande cura, all’interno di una villetta in contrada Bosco. Oggi è andata male ad Alessio Sparla (44 anni), a suo fratello Vincenzo (36 anni) – il primo in carcere, il secondo a casa a domiciliari con braccialetto elettronico – ma anche a Fabio Licari, anche lui agli arresti domiciliari e con il braccialetto elettronico. Obbligo di dimora nel Comune di residenza, Marsala, per G.M.G. (36 anni) e per S.G. (50 anni). Nel luglio del 2018 era andata male invece a Giovanni Umberto Valenza (64 anni), proprietario della villetta trasformata in una azienda di produzione di marijuana. In tutto 860 piante, tenute su con un impianto di irrigazione e difese con la videosorveglianza. Ma proprio quest’impianto, dopo l’arresto di Valenza, che in casa aveva anche un fucile a canne mozze ed oltre 100 grammi di marijuana pronta per essere venduta, ha consentito ai Carabinieri di verificare cosa accadeva nell’abitazione e da chi era frequentata. Da qui i provvedimenti che sono stati eseguiti stamattina ed autorizzati dalla Procura della Repubblica. I nuovi indagati si recavano nella villetta per portare concimi ed antiparassitari per far crescere le piantine senza alcun inconveniente. La stima complessiva è di circa 20 mila dosi prodotte per un valore di 100 mila euro.
MARSALA, NUOVI ARRESTI PER UNA PIANTAGIONE DI MARIJUANA IN UNA VILLETTA
9 Maggio 2019
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