FAVA: “CHE FINE HA FATTO LA MIA LEGGE SUI MASSONI?”

22 Marzo 2019

Claudio Fava non ha dubbi. Anzi. Ha le prove. La sua legge, approvata all’Ars, che impone ad amministratori, consiglieri e parlamentari di dichiarare la loro eventuale appartenenza alla massoneria non viene applicata. “Che fine ha fatto – si chiede – la dichiarazione di consiglieri e assessori comunali sulla loro appartenenza o meno a logge massoniche? A quattro mesi dalla scadenza dei termini previsti dalla legge non se ne ha alcuna notizia. Da qui la richiesta all’assessorato regionale Enti Locali: “Avviare immediatamente una ricognizione nei Comuni per verificare il rispetto della legge”. Il presidente della Commissione regionale Antimafia va al sodo: “La vicenda che vede coinvolto l’ex deputato regionale Lo Sciuto, che aveva costruito una loggia massonica allo scopo di fare mercato di prebende, licenze e consulenze di varia natura, ci conferma l’utilità di questa norma e l’urgenza di una sua piena applicazione”. C’è da dire che gli inquirenti hanno voluto sottolineare, nel caso dell’operazione “Artemisia” che la massoneria ufficiale e quindi la loggia castelvetranese non sapeva nulla dell’organizzazione messa in piedi dall’ex deputato regionale Lo Sciuto e che la logica era coperta e segreta anche ai “fratelli”. Lo scorso 5 marzo in Aula, i deputati regionali Antonio Catalfamo (Fratelli d’Italia) ed Eleonora Lo Curto (Udc) hanno dichiarato di non voler depositare alcuna dichiarazione e di attendere di essere denunciati per poter avviare le procedure per porre la questione alla Corte Costituzionale.

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