Indicarlo come uno strappo sarebbe un errore. Considerarla una polemica finirebbe per essere una forzatura. Ma un distinguo, questo sì. Tra il contenuto della direttiva che il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha inviato ai dirigenti del primo e uarto settore sugli effetti del “decreto sicurezza” – ora legge dello Stato – del Ministro Salvini e le valutazioni politiche del vicepresidente del consiglio comunale Dario Safina. “Credo – ha sottolineato l’esponente consiliare – che il percorso seguito da Tranchida sia corretto e concreto, così come ritengo che la posizione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dei presidenti di Regione, pronti ad impugnare alla Corte Costituzionale gli articoli del decreto chiaramente anticostituzionali sia quella più utile e diretta. Non è uno scontro ideologico ma fortemente politico. C’è chi, in questo Paese, punta a mettere in discussione le libertà costituzionali. Non possono essere posizioni moderate su questo punto. Con gli strumenti di legge e con il confronto politico va fermata sul nascere una deriva autoritaria che rischia di mettere a rischio gli equilibri sociali del nostro Paese. C’è il tentativo subdolo di scatenare una sorta di caccia all’immigrato per nascondere le inefficienze di un governo che finora ha soltanto prodotto danni all’Italia e che ha perso il suo tempo a litigare ed a cambiare idea sulle cose da fare dall’oggi al domani”. La direttiva di Tranchida ha invitato il dirigente del primo settore del Comune a coordinarsi con il responsabile del servizio anagrafico e con l’avvocatura comunale per fare chiarezza sugli effetti del “decreto sicurezza”. In particolare sull’iscrizione anagrafica degli stranieri aggiungendo che “se regolarmente soggiornanti nel territorio nazionale devono essere effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani”. Al dirigente del quarto settore è stata affidata la responsabilità di “tutelare i diritti della persona a prescindere dalla cittadinanza”. Tranchida fa riferimento alle prese di posizione dell’ANCI e rimanda all’ncontro che si terrà il prossimo 10 gennaio: si riunisce il comitato direttivo dell’associazione dei Comuni italiani alla presenza dei sindaci dei capoluogo di provincia. Ma è evidente che Safina avrebbe voluto un sindaco più di frontiera. “Bisogna schierarsi – ha aggiunto – con determinazione e forza. Fare fronte comune. Le norme del decreto non vanno applicate così come ha annunciato di fare Orlando. Spesso ci si chiede come si pu far rinascere la sinistra in questo Paese. Ecco la battaglia contro il decreto di Salvini può essere una buona occasione. Per quanto mi riguarda sono pronto a fare la mia parte fino in fondo e proporrò la questione anche in aula perché la città di Trapani, città solidale ed aperta al mondo, deve dare un segnale forte, a difesa dei principi costituzionali e del diritto internazionale ma soprattutto dell’affermazione di una politica di civiltà e di progresso che non può essere mortificata da atti fascistoidi”.
“DECRETO SICUREZZA”, SAFINA: “LA LINEA ORLANDO E’ QUELLA GIUSTA”
9 Gennaio 2019
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