La fase è critica ma l’aeroporto di Birgi ha un futuro. Deve però costruirselo con una strategia. Il consiglio comunale straordinario ed aperto che si sta svolgendo a Palazzo Cavarretta ha registrato l’intervento del presidente di Airgest Paolo Angius che ha avuto modo di fare il punto sull’esito del bando per le nuove tratte ma anche di chiarire l’azione della società e di delineare una soluzione per superare le difficoltà dello scalo.
“O un polo unico o due poli in Sicilia”
Angius ha rimarcato, più volte, nel suo intervento che senza una strategia di sistema “gli aeroporti minori rischiano di non farcela. Che Birgi sia ancora in vita è quasi un miracolo. Fare sistema significa anche creare collegamenti, su ruota o su rotaia. Per Palermo ci sono soltanto due pullman. Non si può pensare di andare avanti affrontando una concorrenza impossibile. In pochi hanno fatto caso che Ryanair ha volato ed ha deciso di continuare a volare senza ottenere neanche un euro da noi. Se Palermo dà – dico una cifra a caso, ma che potrebbe essere quella vera – 8 euro a passeggero e noi non possiamo dare nulla per le regole stringenti che dobbiamo rispettare si crea un problema. Se in Calabria pagano 1 euro a passeggero per farli volare è chiaro che qui continua a porsi un problema. Se il mio azionista di maggioranza, la Regione, che ha il 99,9% delle azioni Airgest mi dice che devo fare la fusione con Palermo, io devo prenderne atto, così come ho preso atto che Palermo non ha mai mostrato tanto interesse per la fusione, almeno finora. Ma dobbiamo anche comprendere in che campo ci muoviamo. Invito a leggere i bilanci. Quelli della GESAP dal 2016 ed i nostri. Loro hanno investito sulle compagnie aeree, noi neanche un euro perchè non potevamo. E’ necessario costruire un sistema perché così ci si può presentare alle compagnie aeree dicendo queste sono le nostre esigenze e questi sono i soldi che ti possiamo dare”.
“Birgi avrà più voli. Stiamo lavorando”
Bando o non bando, Ryanair non ha lasciato Trapani ed ha deciso di volare senza alcuna garanzia. “Questo – ha sottolineato Angius – perché chi gestisce Birgi ha una credibilità che gli operatori del settore gli riconoscono. Nella stagione invernale la compagnia aumenterà i suoi voli del 90% rispetto a questa estate. Pisa, Bologna, Cagliari, Bergamo. Roma e Milano con Alitalia e vi assicuro che in questo caso non era scontato. Abbiamo accumulato anche un’ora di ritardo per i bagagli ed io sono dovuto andare a scusarmi con Alitalia. Ritardi per mancanza di personale ed anche per questioni strane, perché magari ti ritrovi chi non può alzare più di 10 chili e poi lo abbiamo fotografato che alzava ben altro e di più pesante. Torna il volo per Torino, che era stato sospeso da Blu Air. E’ chiaro che il nostro obiettivo sono le rotte internazionali, perchè non sono soltanto un guadagno per il territorio ma anche per l’aeroporto. Perchè chi arriva con i voli internazionali magari compra il souvenir, prende il cafffè, mentre qui se lo prendono già a casa, mangia un panino, che qui si mangia già in casa, e tanto altro ancora. Siamo in trattativa avanzata, oggi stesso dovremmo firmare una lettera d’intenti, ci siamo incontrati in una città del Nord Italia, con una compagnia aerea importante per due voli con destinazione europea, una Londra, e con un’altra compagnia che sarebbe pronta a fare base a Trapani. Non posso dire altro per questioni di riservatezza. Continuiamo a discutere con le grosse compagnie, Alitalia e Ryanair, andando oltre le questioni del bando”.
“All’inizio della prossima settimana riunione per il bando”
Il presidente Angius ha diviso il suo intervento tra post gara e pre gara. Sul fronte operativo dopo l’esito negativo del bando, soltanto 3 lotti su 25, la road map di Airgest prevede “un incontro con il sindaco di Marsala, Comune capofila, per trovare una soluzione. Ci sarà anche la consulenza di un amministrativista per definire la negoziazione in linea con il codice degli appalti. Dovrebbero partire le lettere d’invito per i lotti che sono rimasti senza offerta, per avere più mercato e più operatori. Dovremo anche verificare le scelte di Ryanair che sono legate alla Brexit. Ma deve essere chiaro un punto. Il bando è su 36 mesi e le compagnie si misurano con questo dato. I voli potrebbero non essere immediati. Ma lavoreremo anche su questo”. Angius difende il bando, anche se lo definisce bizantino. Fa prima una premessa: “Airgest ha svolto un ruolo di consulenza per i Comuni, perchè le risorse finanziarie non transitano dalla nostra società ma da Regione a Comuni”. Ed ancora: “Era il miglior bando che si poteva recidere, visto com’era andato quello precedente, con il ricorso al Tar di Alitalia. La sentenza aveva messo in discussione non soltanto il bando ma il sistema complessivo, ponendo il problema degli aiuti di Stato. Il nuovo bando non poteva essere definito in 2-3 lotti per avere un progetto più complessivo perhé si sarebbe detto che era stato fatto su misura per qualcuno”. Angius ha aggiunto un particolare: “Ho visto che in questi giorni si fa riferimento alla soluzione Puglia come obiettivo da raggiungere per rilanciare Birgi. Bene, vi posso dire che quest’estate ho avuto modo di parlare con l’ex Presidente della Regione Vendola, in vacanza a Castellammare del Golfo con il suo compagno ed il figlio e gli ho chiesto quanto aveva investito la Regione per trovare un accordo con le compagnie. Una cifra da capogiro. Se l’avessero fatta qui sarebbero finiti tutti in galera”.
“Trapani è stata nemica ma con Tranchida è cambiato tutto”
Quello del presidente Angius è un vero e proprio atto d’accusa: “In questi cinque anni Trapani è stata nemica ed anche nel Distretto Turistico ha lavorato per distruggere l’aeroporto. Con Tranchida c’è invece sintonia e collaborazione. Stiamo portando avanti un’opera di cucitura con Palermo per creare le condizioni per dar vita ad un sistema aeroportuale. Del resto, lo dicono i dati, un passeggero che atterra a Trapani sta qui un giorno e mezzo, vuol dire che negli altri giorni va da qualche altra parte”. Il presidente di Airgest ha chiamato in causa anche il territorio: “Sono venuto qui, per la prima volta, nel 2003-2004, e non era un gran bel vedere. Poi c’è stata una evoluzione straordinaria. Poco prima dell’insediamento di Tranchida ho fatto un altro giro in città ed ho trovato attività chiuse, ristoranti che aprono soltanto nel fine settimana. Perchè non si può costruire sulle fiammate, sui momenti buoni. Ci vuole qualcosa di più strutturale, ecco perchè serve il sistema. C’è pure da dire che il territorio ha le sue colpe. Il confronto con una compagnia aerea, ha dovuto fare i conti con l’assenza d’informazioni, con strutture che possono dare risposte sulle condizioni del territorio, sulle sue dinamiche”.