La sindaca Daniela Toscano chiarisce. Lei, con l’elezione di Paolo Genco a presidente del consiglio comunale di Erice non c’entra nulla. Di conseguenza, il segretario di “Cives” Piero Spina sbaglia a coinvolgerla nella crisi della maggioranza consiliare. “La decisione di eleggere il consigliere Genco alla carica di presidente – sottolinea la sindaca – è stata una scelta adottata dalla maggioranza dei consiglieri comunale in perfetta autonomia. Sindaco, giunta e consiglio comunale costituiscono organi diversi che operno congiuntamente per il raggiungimento degli obiettivi programmatici votati dai cittadini”. La sindaca, replicando a Spina, lo invita a riflettere sul fatto che il quadro politico del 2017 – anno delle elezioni – è mutato e che è stato necessario prendere atto. Ed ancora: la sindaca sottolinea anche che si è formata una maggioranza consiliare su una proposta che la maggioranza politica aveva accolto anche se non c’è stata l’unanimità. E non poteva esserci perché “Cives” puntava su Peppe Spagnolo. E la Toscano si riferisce direttamente a lui quando registra che non ha ritenuto di “adeguarsi alla decisione della maggioranza”. C’è anche altro. La sindaca ribadisce che la candidatura di Genco era sostenuta da un accordo elettorale che andava rispettato. Prima era toccato a Giacomo Tranchida perché primo eletto della prima lista della coalizione. L’intesa – secondo la sindaca – era dunque a scalare. La carica di presidente sarebbe toccata, in seconda battuta, alla lista “Insieme per Giacomo Tranchida” ed a Luigi De Vincenzi, che però avrebbe passato la mano. La terza lista – “Toscano Sindaco – era quella di Genco ed il neo presidente aveva i titoli per essere eletto perché era arrivato primo. Dunque, ci tiene a precisare la sindaca, “nessun accordo sottobanco con altre forze politiche”, come ipotizzato da “Cives”. Genco è stato eletto presidente con 8 voti. Determinanti per la sua elezione quelli del Psi, con i consiglieri Luigi Nacci e Nicola Augugliaro. Il neo presidente ha ottenuto anche il voto della consigliera dissidente Simona Mannina. I voti di maggioranza sono stati 5 e sarebbero stati insufficienti. Da qui l’indiscrezione – raccolta da “Cives” – che la vicepresidenza dovrebbe andare al Psi con l’elezione di Augugliaro.