Per l’ex senatore Antonio D’Alì ci si trova di fronte “ad un assurdo politico”. Perché “il refendum sul Comune di Misiliscemi doveva essere indetto subito e non nell’ultima data utile. Così alle elezioni del 10 giugno il quadro politico avrebbe avuto riferimenti certi. Così potremmo trovarci con il referendum approvato e con un nuovo consiglio comunale delegittimato perché espressione di una realtà territoriale che la consultazione avrebbe superato”. D’Alì ha messo in discussione la stessa legge che definisce il percorso amministrativo per arrivare al voto: “E’ una legge assurda perché non prevede neanche la maggioranza assoluta per approvare la proposta dal consiglio. Abbiamo avuto modo di leggere con quali numeri è stata approvata la delibera. Nei verbali si legge che la Giunta aveva espresso il suo no alla costituzione del nuovo Comune. Dopo il voto del consiglio avrebbe dovuto dimettersi all’istante”. L’ex senatore ha ribadito la sua scelta di contrastare l’iniziativa referendaria: “Andrò a votare e voterò no perché è un errore. Non potrei fare altrimenti perché la mia storia e la mia azione politica hanno seguito, sempre, un percorso alternativo, quello della fusione dei Comuni”. E sulla delibera consiliare del 2015, primo tassello politico, che ha poi portato al referendum si è soffermato il dirigente dell’Udc Fabio Bongiovanni: “ll consiglio approvò l’atto deliberativo con 11 voti a favore, 8 contrari ed un astenuto. E’ chiaro che c’erano i numeri per bloccare tutto, ma non la volontà politica per farlo. Ci furono consiglieri contrari al nuovo Comune che lasciarono l’aula prima del voto. C’è da dire che alcuni votarono ma pensavano che alla fine la Regione avrebbe bloccato tutto. Questo dimostra che su questa vicenda ci sono precise ed inconfutabili responsabilità politiche”. L’esponente neodemocristiano ha obiettato che “ci troviamo a fare i conti con i desideri di qualcuno che ha tentato di fare il consigliere comunale e che no riuscendoci ha deciso di alzar l’asticella. Magari ora pensa di fare il sindaco”. Bongiovanni, che come D’Alì ha partecipato alla prima uscita ufficiale del Comitato per il No, che è stato presentato nella sala conferenze del Principe di Napoli, ha invitato i suoi promotori ad essere operativi anche dal punto di vista politica: “Bisogna coinvolgere i capigruppo all’Ars e se è possibile anche il presidente del Parlamento siciliano perché la manovra finanziaria è in discussione e può essere inserito un emendamento per un contributo finanziario al Comune di Trapani per le spese per il referendum del 27 maggio”.
TRAPANI, NO AL COMUNE DI MISILISCEMI. D’ALI’: “UN ASSURDO POLITICO”. BONGIOVANNI: “CI SONO PRECISE RESPONSABILITA'”
21 Aprile 2018
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