CASTELLAMMARE, L’ASSESSORE TESE’ LASCIA IL PD

23 Luglio 2020

Va via e sbatte la porta. L’assessore Maria Tesè, con una lunga lettera, ha deciso di lasciare il Pd ed il suo direttivo comunale. Definisce il nuovo corso dem cittadina: “Una grande famiglia allargata al solo scopo elettorale, così da guadagnarsi la fetta di torta che fino ad oggi è stata sempre gustata da altri per la mancata unità, che continua a non esserci se non con un’operazione di facciata che neanche all’esterno è percepita come tale. Figuriamoci all’interno!”. Tesè apre diversi capitoli. Il primo riguarda il movimento “Cambiamenti”. Linea dura quella dell’assessore: “Non posso non osservare poi che molti dei componenti del movimento Cambiamenti – che mi sostenne nella candidatura a sindaco prima dell’attuale amministrazione e che mai avrebbe potuto avere visioni condivise e percorsi comuni con il Partito Democratico nel 2013 come nel 2018, dove ha continuato ad essere alternativa elettorale candidando chi è adesso classe dirigente dell’attuale Pd – oggi invece lo compongono come unica soluzione politica praticabile. Strabismo galoppante, certamente. Così da guardare solo laddove importa e lasciare ai margini chi comprende che il percorso avviato non è di unità o raggiungimento di obiettivi nell’interesse del territorio e dello stesso partito, ma solo ricerca di potere, personale o della famiglia allargata di cui sopra”. Ma c’è di più. L’altro capitolo aperto dall’assessore è quello dei “politici di lungo corso del Pd, quelli che da sempre dicono di riconoscersi nei valori di quella che fu la Democrazia Cristiana. Addirittura i vecchi saggi, come amano definirsi a Castellammare. Sono i veri registi di queste operazioni che portano alla nascita di un soggetto politico dove la sola novità è una forte aggregazione da famiglia allargata. Praticamente un Pd a conduzione familiare! Veramente triste intuire che il nuovo Pd nasce dalla sapiente regia di un vecchio democristiano… Mi chiedo allora: si finge di non comprendere? Demenza ideologica, forse senile, o convenienza concordata? Questo Partito Democratico è diventato il luogo delle amnesie di comodo e del trasformismo di tanti. Regolamenti di conti, vecchi rancori, giustizialismo, veleni, accuse, tentativi di delegittimazione di alcuni componenti tra i quali chi scrive e lo stesso governo cittadino”. Ed infine: “Un partito che doveva rinascere e che già in pezzi: pezzi di famiglia che rinunciano a fare politica, quella degli ideali democratici con progetti adatti ai tempi, e si concentra sul nemico interno, da sconfiggere, addirittura abbattere”.

Notizie Correlate