La storia del bando “incriminato” per i collegamenti con le Isole Egadi ed Eolie comincia nel febbraio del 2014. Un bando, aggiudicato all’Ustica Lines, e che ha portato al sequestro preventivo di oltre 10 milioni a Vittorio Morace, con il blocco del 97% delle azioni di Liberty Lines e del 50% del Trapani Calcio e di 13 conti bancari e di un terreno. Quel bando sarebbe stato fatto – secondo l’accusa – a misura del gruppo Morace, grazie ad un presunto patto corruttivo con la dirigente pro tempore dell’assessorato regionale alle Infrastrutture Salvatrice Severino. Un bando – secondo le carte dell’inchiesta “Mare Monstrum” – gonfiato nei costi dell’Ustica per poi poterne aumentare le compensazioni finanziarie. Il percorso del bando apre però lo scenario a domande ancora senza risposta. Viene pubblicato nel febbraio del 2014 e prevede due lotti: 24.806.000 euro per i collegamenti con le Isole Egadi, dal primo aprile 2014 al 31 dicembre 2015 (21 mesi); 39.548.400 euro per le Eolie (2 mesi, stesso periodo). Tra il 28 ed il 31 marzo del 2014 si concludono le operazioni di gara e si passa all’aggiudicazione provvisoria dell’appalto all’Ustica che offre un ribasso di 0,05%: 24.793.597 euro per le Egadi, 39.528.625,80 euro per le Eolie. Il 31 marzo stesso la Regione attiva le procedure d’urgenza per non interrompere i collegamenti in attesa dell’aggiudicazione definitiva che arriva il 9 luglio. Ma già il 4 luglio il TAR di Palermo è all’opera. E’ stato presentato un ricorso contro l’Ustica da parte della Compagnia delle Isole che intende impugnare l’assegnazione provvisoria. Il Tar decide di mandare le carte alla Corte Costituzionale e rinvia il giudizio al 4 dicembre del 2015. Un passo indietro. Il 5 maggio 2014 il dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture dell’Assessorato Giovanni Arnone conferisce un incarico dirigenziale a Dora Piazza, che il 15 maggio assume la funzione di responsabile unico del procedimento. La nuova dirigente legge le carte e la documentazione ed avvia una serie di approfondimenti che portano l’Assessorato il 30 marzo del 2015 a comunicare all’Ustica l’avvio del procedimento di annullamento in autotutela del bando: vizi di merito e di legittimità nella procedura, sovradeterminazione della base d’asta ed “erogazione delle compensazioni finanziarie senza meccanismi di controllo anche a fronte di prestazioni non eseguite”. Viene pure calcolato il surplus illegittimo: 2.989.975 euro per le Egadi, 7.518.325 euro per le Eolie. L’Assessorato non molla ed il 21 maggio rincara la dose con una nuova comunicazione all’Ustica Lines. E scrive: “inequivocabile errore di calcolo del precedente RUP pro tempore nella quantificazione iniziale dei costi di produzione e nella conseguente determinazione del livello di compensazione”. L’Ustica chiaramente non la prende bene e tra le due note decide di bloccare i collegamenti. E’ il 12 aprile del 2015. Fa sapere come la pensa con una nota stampa del 7 aprile: “Continue e gravissime inadempienze della Regione siciliana, che non solo, da oltre un anno, non onora gli impegni economici assunti, ma, pur di non pagare quanto dovuto, ha addirittura deciso illegittimamente di avviare le procedure di annullamento del bando di gara emanato un anno fa ed aggiudicato definitivamente all’Ustica Lines”. Ed ancora: “Da oltre un anno l’Ustica Lines assicura i servizi di collegamento con le Egadi e le Eolie su richiesta della Regione che, a seguito dell’inizio di gara, ha affidato il servizio con ordinanze di esecuzione anticipata, nelle more della stipula del contratto”. L’Ustica vuole essere chiara fino in fondo: “La Regione ha per un anno usufruito di servizi dall’Ustica Lines a costo zero, non sostenendo le spese e, nel momento in cui la società ha avanzato le proprie legittime richieste, non potendo più accumulare debiti a causa dei mancati pagamenti, pur di non assolvere ai propri impegni, ha deciso, in maniera del tutto illegittima, di annullare il bando con cui aveva affidato i servizi”. La Regione sa di essere in torto marcio ed il 2 aprile è pronta a sborsare il 50% di quanto dovuto a titolo d’indennizzo. Nel frattempo si attiva la politica e vengono attivati anche i tavoli tecnici per capire. L’Ustica viene invitata a riprendere i collegamenti ed il gruppo Morace non si tira indietro. Viene chiamato in causa il Registro Navale Italiano, invitato a partecipare al tavolo tecnico voluto dal Presidente della Regione Rosario Crocetta. Il RINA dice che per un anno di servizio i costi di produzione ammontano a 18.376.986,18 euro per le Egadi ed a 28.212.746,69 euro per le Eolie. L’Assessorato, nella sua “pratica” di annullamento in autotutela del bando stima altri numeri: 16.190.000 euro per le Egadi, 23.770.000 euro per le Eolie. Si tratta sempre dei costi che vengono considerati a carico dell’Ustica per svolgere il servizio e sono i costi su cui poi si calcola la compensazione finanziaria. Non essendo la matematica una opinione sui 21 mesi di bando la stima del RINA è complessivamente, per i due lotti, di 81.532.032,52 euro. Il RUP Severino era invece arrivato a 91.935.007 euro. La stima in autotutela della Regione era di 69.930 euro. L’Ustica, ancora il 13 settembre del 2015, prova a difendersi, porta i suoi numeri, continua a controdedurre rispetto alle tesi dell’Assessorato e, conti alla mano, dice che non c’è alcun errore di calcolo. Un altro passo indietro. Con il tavolo tecnico ancora aperto ed il RINA che fa i suoi conteggi e l’Ustica che riesce a recuperare parte di quanto dovuto, la Compagnia delle Isole, la stessa del ricorso al Tar e delle accuse al gruppo Morace, abbandona a loro destino gli abitanti di Linosa e Lampedusa interrompendo i collegamenti. Il 15 luglio 2015 l’Ustica dirama una nota: “Nonostante le note difficoltà, determinate dalla mancata corresponsione dei corrispettivi dovut dalla Regione sui servizi co le Isole Eolie ed Egadi, in considerazione del fatto che il tavolo tecnico, instauratosi presso il RINA ed il Ministero è ormai prossimo alla definizione e dovrebbe garantire entro una settimana il versamento di quanto ancora dovuto alla società da oltre un anno, l’Ustica Lines ha accolto l’invito ad avviare il collegamento con le Pelagie da lunedì”. L’Ustica, dunque, che secondo gli inquirenti, è stata avvantaggiata con un bando su misura, e si trova a fare i conti con la Regione che ha scoperto tutto, accoglie l’invito del governo siciliano di evitare la “sommossa” popolare a Lampedusa e Linosa, che avrebbe invece indebolito politicamente la stessa Regione che in quel momento era la sua controparte. E soprattutto andava in soccorso in una emergenza causata dalla società che aveva presentato il ricorso al Tar contro l’assegnazione provvisoria della gara, con il suo patron Salvatore Lauro che dichiarava essere un “bando sartoriale” cucito addosso all’Ustica. Ma c’è di più. Il bando “inquisito” era dal primo aprile del 2014 al 31 dicembre 2015. Alla fine dell’anno la questione era ancora aperta e la Regione doveva procedere al nuovo bando, in questo caso per 51 mesi, sempre per le Egadi e le Eolie. Il 3 dicembre, notificato all’Ustica il giorno successivo, viene disposto l’annullamento del bando del 2014. L’Ustica comunica di sospendere i collegamenti. La Regione la invita a non farlo. A Palermo pensano ad un bando di 51 mesi ma poi – in piena emergenza – pensano ad una manifestazione d’interesse per un’assegnazione di 7 mesi. Ma c’è l’emergenza nell’emergenza e la Regione cheide all’Ustica di non fermare i motori e gli assegna il servizio dal 7 al 21 dicembre, poco meno di 2 milioni di euro. Il bando a 5 anni non piace al sindaco di Linosa che si fa portavoce di tutti gli altri primi cittadini interessati. Da qui il dietrofront della Regione che decide di scegliere nel 2016. Quindi, fino al 21 dicembre dà all’Ustica il compito di collegare Egadi ed Eolie. Predispone gli atti per il servizio di 7 mesi, con prezzi e procedure modificate e non può che assegnarlo all’Ustica, perché è l’unica a mostrare interesse per il servizio. Dal 22 dicembre al 21 luglio 2016: 6 milioni e 700 mila euro per le Egadi, 11 milioni e 300 mila euro per le Eolie. C’è ancora di più. Mentre in quella fase la Regione contesta “amministrativamente” all’Ustica quello che ora viene considerato di livello penale, si apre un nuovo fronte, quello dei collegamenti con Linosa, Lampedusa, Porto Empedocle, Pantelleria ed Ustica. La Regione predispone il bando nel novembre del 2015 – in piena bagarre “Egadi-Eolie” – e lo definisce in 4 lotti: Linosa e Lampedusa; Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle; Pantelleria; Ustica. Possono essere assegnati singolarmente o in blocco. In più la Regione inserisce nel capitolato richieste feree, quasi capestro: impiego di mezzi veloci con età non superiore a 20 anni e con precise caratteristiche tecniche, una serie di condizioni sul numero di passeggeri. Chi vince? L’Ustica Lines che si aggiudica tutti e quattro i lotti per 40 milioni di euro su una base d’asta di 41,6. Con tutte le carte in regola e con l’esperienza del passato che ha portato la Regione a stringere il cerchio sul bando a vincerlo è ancora l’Ustica e non un’altra società, conferma evidente della superiorità tecnica e navale del gruppo di Morace che, allo stato delle indagini, avrebbe violato la legge per un surplus di 10 milioni di euro su gara di ben altra consistenza ed avrebbe sottoscritto un patto corruttivo con un dirigente della Regione che, a fronte di gara da milioni e milioni di euro si sarebbe accontentata di gioielli e comunque di regalie e regali ben al di sotto del presunto affare. Dirigente finita nella bufera già nel 2014, per l’intervento della Commissione regionale Antimafia e del suo presidente Nello Musumeci, che pose il problema dell’assunzione della figlia della dirigente all’Ustica Lines. Esposti alla Procura e commissioni ispettive che aprirono un’indagine sulla vicenda. Poi la scoperta dei diari del marito della dirigente Severino che annotava tutti gli eventi della giornata e tra questi gli incontri, i regali e le conviviali con i Morace. Diari che ha scritto anche dopo le polemiche che si scatenarono contro la moglie e con un contenuto che avrebbe – come sta accadendo – messo in difficoltà la moglie. Condotta – verificata dai fatti, perché ci sono i diari – ma alquanto singolare per chi sarebbe stato a conoscenza di un patto corruttivo.
“MARE MONSTRUM”, LA STORIA DEL BANDO CHE CHIAMA IN CAUSA L’USTICA LINES
17 Febbraio 2018
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