NUOVO SEQUESTRO PREVENTIVO NEI CONFRONTI DELL’EX SINDACO FAZIO

22 Gennaio 2018

Nuovo sequestro di beni per l’ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio. I Carabinieri hanno dato esecuzione, stamattina, ad un provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca emesso dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura. Sigilli dunque ad una unità abitativa che si trova nel centro storico del capoluogo ed adibita a bed and breakfast. Il giudice – si legge in una nota congiunta dei comandi provinciali di Trapani e Palermo dei Carabinieri -, concordando con l’attività d’indagine svolta dai Carabinieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, ha rimarcato, ancora una volta, l’lliceità della condotta tenuta dal Fazio, il quale ha posto l’esercizio della propria funzione di deputato regionale al servizio ed al soldo di imprenditori locali”. Finora l’imprenditore chiamato in causa nella operazione “Mare Monstrum” era l’ex amministratore delegato della Liberty Lines Vittorio Morace, che non può certo essere considerato “un imprenditore” locale. Ma su quest’ultimo o su quest’ultimi la nota non aggiunge nulla. Entra invece nel merito del sequestro: “Il valore economico di parte dell’immobile,  pari a 35 mila euro,  è ritenuto l’ equivalente del prezzo della corruzione erogata in favore dell’ex deputato regionale”. In precedenza il “prezzo” della presunta corruzione era stato stimato poco pià di 100 mila euro. L’ex deputato regionale, qualche tempo fa, aveva ottenuto il dissequestro – si tratta sempre della stessa proprietà nel centro storico – consegnando al giudice un libretto infruttifero di pari importo. Poichè la matematica non è un’opinione, se si tratta dello stesso immobile, ci si trova ad un sequestro parziale di ciò che era già stato sequestrato e dissequestrato. Il nuovo capitolo dell’indagine sull’ex parlamentare regionale arriva dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva accolto il ricorso di Fazio contro il provvedimento del Tribunale del Riesame di Palermo che aveva disposto gli arresti domiciliari che, a sua volta, il Gip aveva revocato. Decisione che era stata impugnata dalla Procura.

 

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