S’è sentito tirato per la giacca. Un po’ da una parte ed un po’ dall’altra ed ha deciso di fare chiarezza. Su un punto, in particolare. Giacomo Tranchida non ha alcuna voglia di candidarsi a sindaco di Trapani. E’ invece pronto a fare la sua parte per trovare un candidato unitario, espressione di un progetto politico ed amministrativo condiviso e scelto attraverso le primarie di coalizione. Fa due inviti – ma perché sono le due candidature che gli sono state “affibbiate” – ma la porta è aperta anche ad altri. I due sono l’ex vicesindaco di Trapani Nicola Messina e l’ex editore di “Telescirocco” Peppe Bologna. Il primo è ancora nella lista delle indiscrezioni, l’altro ha invece ufficializzato il suo impegno per le Comunali di primavera ed è in piena campagna elettorale. Tranchida è stato considerato sponsor sia dell’uno che dell’altro ed ha dovuto dunque svincolarsi, chiamandoli però in causa con la proposta delle primarie di coalizione. Tranchida si tiene a debita distanza anche dalle Politiche di marzo. Anche in questo caso s’è parlato e si continua a parlare di una sua candidatura nel collegio uninominale che dovrebbe essere seguita da un’altra candidatura nel propoporzionale come “paracadute” in caso di sconfitta. Il Pd sta discutendo di candidature a Palermo come a Roma, ma quella dell’ex sindaco di Erice è una ipotesi come tante altre, che il diretto interessato tende comunque a smentire, almeno per il momento. Un obiettivo però lo indica: “Allo stato, l’unica certezza circa un mio diretto impegno politico è stata fissata dal TAR di Palermo al 23 febbraio, in sede decisionale sul ricorso presentato per le vicende regionali. Lo debbo ad oltre 10.500 cittadini trapanesi che hanno chiesto un cambiamento”. L’ex sindaco punta sul ricorso. Non è dunque una mossa tattica per un ritorno politico.