La Regione, dal primo gennaio dell’anno scorso, s’è inventata il tributo speciale sul deposito dei rifiuti in discarica. Una “tassa” aggiuntiva sui Comuni per non far crollare un sistema, quella della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, che ha già mostrato da tempo il suo andamento fallimentare. Da ATO a SRR, con discariche stracolme e raccolta differenziata che rimane un miraggio in tanti Comuni della Sicilia. Tributo speciale che finisce per pesare sulle casse delle amministrazioni locali che, a loro volta, non possono far altro che scaricare sui cittadini. Il tributo speciale viene calcolato in base alla percentuale di raccolta differenziata. In sintesi: più differenziata meno tributo speciale. La “tassa” a carico del Comune di Trapani è calcolata sulla “differenziata” del 2016 che ha registrato il 14,23%. Percentuale ben lontana dal 65% che fa scattare un altro “balzello”, quello dell’addizionale al tributo. Con poco più del 14% di “differenziata” Trapani è rimasta schiacciata in prima fascia: si tratta dei Comuni che pagano di più perché conferiscono più rifiuti in discarica. Costo: 21,52 euro per ogni tonnellata conferita. L’addizionale è invece di 4,30 euro a tonnellata. Di conseguenza, addizionale del 20%. La legge regionale impone che l’addizionale venga versata dai gestori dell’impianti di discarica. Nel capoluogo è la “Trapani Servizi” ad occuparsi dell’impianto di contrada Borranea. Da qui il trasferimento dalle casse del Comune di 164.046,96 euro per l’addizionale, o meglio, per la maggiorazione per percentuale di raccolta differenziata non raggiunta. Lo stesso percorso segue il tributo speciale. Dal Comune alla società, interamente controllata dall’amministrazione di Palazzo D’Alì. “Tassa” pari a 589.234,80 euro. Tutto a carico del bilancio di previsione del 2017.
TRAPANI, SENZA “DIFFERENZIATA”, TRIBUTO SPECIALE PIU’ PESANTE ED ADDIZIONALE PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI
2 Gennaio 2018
Notizie Correlate