In tre giorni i Carabinieri di Alcamo hanno chiuso il cerchio sull’autore dell’incendio del portone d’ingresso dello studio legale degli avvocati Vallone e Pizzo, che si trova in via Santissimo Salvatore. Informazioni, immagini dei circuiti di videosorveglianza degli esercizi commerciali e tecniche investigative hanno dato esito positivo e sono riuscite a dare un nome ed un volto all’incendiario. Si tratta di M.V., di 48 anni. Qualche piccolo precedente di polizia alle spalle per usurpazione di funzioni pubbliche, minaccia, lesioni e furto. Ecco come sono andati i fatti: all’alba di sabato scorso l’uomo si è fatto consegnare due bottiglie vuote di plastica. Era al “Bar Grazia”, in Corso VII Aprile. Le ha poi riempite di benzina al distributore “Esso” di Piazza Pittore Renda e si è recato allo studio legale. Per dare fuoco al portone d’ingresso ha accatastato un po’ di rifiuti su cui ha buttato la benzina. I Carabinieri non hanno soltanto ricostruito l’evento delittuoso ma sono sicuri di avere trovato anche il movente. Uno dei tre avvvocati aveva difeso la sua ex moglie nella causa di separazione. Da qui la reazione dell’uomo. La notizia dell’intervento dei Carabinieri arriva lo stesso giorno dell’assemblea straordinaria che era stata convocata dalla Camera Penale di Trapani. Il suo presidente Salvatore Alagna aveva invitato ad una riflessione su ciò che era accaduto ad Alcamo, indicando nel legale Antonino Vallone la vittima dell’attentato intimidatorio. Quanto mai chiaro il messaggio che il presidente aveva posto all’attenzione degli altri colleghi e dell’opinione pubblica: ““Ennesimo attentato a un avvocato, bersaglio questa volta Antonino Vallone del Foro di Trapani, con studio in Alcamo. Ignoti malviventi hanno appiccato il fuoco al portone dello Studio ove, con altri colleghi, esercita la professione. Ennesimo attacco all’Avvocatura, ennesimo episodio sintomatico di una mentalità generalizzata che o individua nel difensore la causa delle proprie disgrazie o, negli avvocati, i difensori di delinquenti – rammento le minacce a difensori di persone incolpate di reati eclatanti di sangue e di violenza – ignorando che l’avvocato, al di là dell’esito del suo impegno professionale, è e resta il paladino dei diritti di chiunque a lui si affida”. Ora c’è un nome e cognome per fare chiarezza sull’incendio e su ciò che è accaduto ad Alcamo.