BIRGI, MESSINEO AFFOSSA IL CO-MARKETING E DICE NO AL NUOVO ACCORDO

30 Ottobre 2017

Ora è ufficiale. Il Comune di Trapani non parteciperà al nuovo co-marketing. Si tratta di un colpo durissimo al lavoro che è stato svolto in questi anni dallo stesso Comune, dalle altre amministrazioni locali, dalla Camera di Commercio, da Sicindustria e dal Distretto Turistico Sicilia Occidentale. Il commissario straordinario Francesco Messineo ha scritto ai presidenti di Airgest, Distretto e Camera di Commercio. Ma anche ai sindaci ed al presidente di Sicindustria. La nota di Palazzo D’Alì che fa il reso conto della nota ufficiale sottolinea che “lo scopo finale dell’ iniziativa, e cioè l’incremento delle presenze turistiche, è in sé pienamente condivisibile e meritevole di approvazione, tenuto conto della essenziale importanza della attività economica legata al turismo nella nostra provincia”. Ma come sempre in questi casi c’è un tuttavia: “Come in ogni altro caso di risultati da raggiungere attraverso la esplicazione di attività svolta dalla Pubblica Amministrazione, sottoposta come tale a rigida normativa e rigorosi controlli, tanto più quando riguardi la erogazione di risorse finanziarie, la valutazione di efficacia del fine non può prescindere dalla doverosa considerazione relativa al mezzo prescelto per conseguire detto fine”. Messineo non sta dalla parte di Machiavelli. Per lui il fine non giustifica i mezzi. Ed è il mezzo, il co-marketing così come strutturato dal 2014 ad oggi che l’ex magistrato mette sotto accusa. Le obiezioni di Messineo non sono nuove. Soprattutto la prima, in ordine di nota: “In primo luogo il fatto che, per la programmata stipula di un contratto di <<marketing>>, e cioè di un contratto di promozione turistica, diretto alla esecuzione di una serie di attività intese a sollecitare l’interesse di potenziali turisti rispetto alla provincia di Trapani, si pongano quali controparti interessate al contratto stesso, non già, come sarebbe stato fisiologico e normale, aziende operanti nel settore della pubblicità, ma tre compagnie che gestiscono linee di trasporto aereo e che verosimilmente, il particolare non è noto, non includono la attività di promozione pubblicitaria in favore di terzi nel loro statuto societario. Se ciò fosse vero, potrebbe fondatamente ipotizzarsi che il reale scopo della iniziativa sia non già la promozione pubblicitaria, ma il trasporto, e cioè l’offerta ai potenziali turisti di una serie di agevoli opportunità di raggiungere l’aeroporto di Birgi mediante adeguati voli “low cost” predisposti dalla compagnia aerea contraente quale corrispettivo delle erogazioni finanziarie ricevute”. Metodo utilizzato da tutti gli aeroporti che hanno a che fare con compagnie low cost. Metodo utilizzato anche nella città del commissario Messineo. Palermo, con il suo aeroporto, paga il co-marketing alla Ryanair. La nota del commissario aggiunge che “ne conseguirebbe, a parte ogni altra considerazione sulla legittimità in sé di tale rapporto negoziale, una seria divergenza della causa reale del contratto rispetto alla causa apparente che non può trovare ingresso in una attività regolata da norme pubblicistiche, come tali fortemente limitative della autonomia privata”. C’è da augurarsi che il no del commissario che affossa nel metodo e nel merito il sistema di co-marketing non ricada soltanto sull’aeroporto di Birgi ma che sia efficace anche negli altri scali, a cominciare da quello della città del commissario. La nota, così come specifica la nota della nota, pone un altro problema, già discusso e superato nel tempo: “Inoltre se si valuta, come pure è doveroso fare, la efficienza del percorso prescelto, in termini di costi – benefici, emerge con evidenza il fatto che comunque, a fronte degli ingenti oneri economici gravanti sugli enti territoriali sottoscrittori dell’accordo, non vi è alcuna certezza in ordine alle contropartite ottenute in termini di flussi turistici, e soprattutto  non risulta prevista alcuna forma di corrispettività fra oneri e risultati. Infatti, da una parte, il contraente incaricato di realizzare il marketing assume una semplice  obbligazione di mezzi e non di risultato e dall’altra non sembra che sia prevista alcuna decurtazione del compenso nel caso che il numero di passeggeri in arrivo nell’aeroporto di  Birgi nel periodo considerato dovesse divergere in negativo rispetto alle aspettative”.Per una valutazione dei costi-benefici potrebbe essere utile anche soltanto affacciarsi alla finestra di Palazzo D’Alì e verificare il via vai di turisti che, ancora oggi, sono presenti in città. Sarà un caso ma l’aumento di presenze turistiche, esponenziale, negli anni, è coinciso con l’aumento di passeggeri che hanno scelto Birgi per raggiungere la provincia e la città di Trapani. Un dato interessante per l’amministrazione comunale potrebbe essere quello della tassa di soggiorno. Per quanto l’eventuale decurtazione del compenso in caso di imparziale insuccesso dell’azione promozionale c’è da dire una cosa con chiarezza. Finora quanto hanno “comprato” i Comuni è stato consegnato, così come avviene a Palermo, città del commissario Messineo. Il sistema potrà anche non piacere ma se non c’è una soluzione alternativa e nella nota della nota non si evince l’unica strada possibile è quella della chiusura di Birgi. Se venisse applicata la stessa tesi su Palermo porterebbe il “Falcone e Borsellino” a segnare in rosso il numero di passeggeri rispetto al recente passato. Ed ancora, nella nota della nota: “Il punto rilevante non è il corretto adempimento delle obbligazioni contrattuali, ma la carenza di un meccanismo che garantisca equilibrio e corrispettività fra le onerose erogazioni di fondi pubblici ed i benefici attesi”. Al commissario Messineo sarà sicuramente stato messo a disposizione lo studio della società KMPG. Difficile pensare che l’Airgest che lo commissionò non abbia avuto modo di farlo leggere al commissario, magari allegandolo alla sua richiesta di chiarimenti. Per la storia: “L’Airgest, Società di Gestione dell’Aeroporto di Trapani Birgi, informa in un proprio comunicato stampa che ha promosso nella giornata odierna un incontro con i rappresentanti dei 24 Comuni della Provincia di Trapani, per presentare lo studio commissionato alla Società di consulenza e revisione KPMG, riguardante l’analisi dei benefici economici apportati sul territorio dal flusso turistico generato dall’aeroporto. L’analisi ha messo in correlazione la crescita del traffico registrata dal 2007 al 2011 sull’aeroporto, l’impatto che i vettori low cost hanno avuto nell’industria del trasporto aereo ed, in particolare, il ruolo assunto da Ryanair quale vettore di riferimento sull’aeroporto di Trapani Birgi. Attraverso un’accurata interpolazione dei dati certificati, forniti dalla Provincia di Trapani, dalla Camera di Commercio di Trapani, dall’ Agenzia del Territorio e dall’ ISNART su dati ISTAT, sono stati messi in correlazione le presenza all’interno del territorio ed i benefici connessi al flusso turistico in tutta la Provincia. In particolare sono stati comprovati effetti positivi riscontrabili nell’ambito delle strutture ricettive, alberghi e complementari, che hanno mostrato un incremento del 3% (2007-2011) dei posti letto offerti: nell’ ambito dell’ imprenditoria, sviluppatasi prevalentemente nel settore terziario ed in particolare nel turismo, incidendo in modo importante sul PIL provinciale che risulta essere cresciuto ad un tasso doppio rispetto alla media nazionale (2,2% vs 1,1%); nell’ambito del mercato immobiliare, che ha evidenziato tra il 2009 e il 2011 un andamento positivo dei volumi di compravendita. L’incremento dell’incoming ha inoltre portato all’istituzione di nuove imprese (+16%) ed al conseguente incremento dell’impatto occupazionale provinciale (+8%). Per fornire un’idea dell’impatto derivante dall’incoming aeroportuale tra il 2008 e il 2011 nella Provincia, viene sottolineato nel comunicato come la sola spesa turistica diretta ed il successivo PIL attivato sul territorio ha veicolato nell’area oltre 900 milioni di euro…”.
La nota del commissario si chiude con la conferma del suo no al nuovo co-marketing: “Se lo scopo perseguito è utile e condivisibile, il mezzo prescelto presenta ineliminabili elementi di dubbio che, all’esito di un percorso informativo condotto nel rispetto del principio di leale collaborazione fra soggetti pubblici, rendono improponibile la attuale partecipazione alla iniziativa da parte del Comune di Trapani”. Messineo lascia pochi margini di manovra. Soltanto formali, quasi improponibili: “Allo stato, non risulta possibile l’adesione del Comune di Trapani alla sottoscrizione dell’accordo di “co–marketing” nella sua forma attuale, fermo restando il già manifestato e perdurante interesse dell’Amministrazione, nel caso di una sostanziale ristrutturazione del percorso negoziale, tale da eliminare ogni perplessità, rispetto a valide iniziative idonee ad incrementare le presenze turistiche nel territorio”. Quella di Messineo è una decisione politica presa in punta di diritto. Ma di scelta politica si deve parlare. Scelta che rischia di far saltare un sistema – che comunque aveva dato i suoi frutti – senza un’alternativa, che il commissario non s’incarica di proporre e che rimanda ad altri. La nota, com’è giusto che sia, è stata inviata al Prefetto Darco Pellos. La stessa persona che accompagnò l’aeroporto di Birgi fuori dal rischio concreto di una svendita o di una chiusura. Non c’era più la Provincia, prese il suo posto la Regione e lo stesso Pellos, in collaborazione con il presidente pro tempore dell’Airgest Salvatore Castiglione seguì l’evoluzione di fatti ed atti che portarono a definire l’accordo di co-marketing che coinvolgeva, per la prima volta, i Comuni. C’è poi un vero e proprio paradosso. Messineo, nominato dalla Regione, rischia con la sua scelta, legittima, di mettere in crisi un bene della stessa Regione, azionista di maggioranza dello scalo trapanese.

 

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