I fatti sono concreti, ma assumono anche un valore simbolico e politico. Oggi viene certificato il fallimento istituzionale della presidenza della Regione che i siciliani, nell’ottobre del 2012, avevano affidato a Rosario Crocetta. Il Consiglio dei Ministri ha deciso d’impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la riforma della riforma delle Province siciliane. Ecco il testo della nota stampa che annuncia la decisione del governo di aprire un contenzioso con “la legge della Regione Sicilia n. 17 del 11/08/2017, recante “Disposizioni in materia di elezione diretta del Presidente del libero Consorzio comunale e del Consiglio del libero Consorzio comunale nonché del Sindaco metropolitano e del Consiglio metropolitano”, in quanto alcune disposizioni sono in contrasto con la legge statale in materia di Città Metropolitane e Province, quale legge di grande riforma economica e sociale, in violazione dei principi costituzionalmente garantiti di ragionevolezza, uguaglianza e di unità di cui agli articoli 3 e 5 della Costituzione, nonché dell’articolo 117, secondo comma, lett. p), della Costituzione, che riserva allo Stato la competenza in materia di “organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane”. La riforma mai nata perché Crocetta non è riuscito ad andare oltre i commissariamenti delle Province è finita più volte nel mirino del governo nazionale. Per evitare una precedente impugnativa erano state apportate delle modifiche che, successivamente, sono state, “modificate”, con il tentativo ultimo d’introdurre l’elezione diretta nei Liberi Consorzi Comunali. Le ex Province regionali siciliane sono così in una condizione di assoluta incertezza e non potranno che subirne le conseguenze. Ancora fatti ma con una forte valenza simbolica. Sempre oggi Crocetta ha dovuto prendere atto che non potrà partecipare alle Regionali del 5 novembre. La lista Micari, esclusa a Messina, unico collegio in cui era candidato il Governatore, non è stata ammessa. Il sigillo del no è stato posto anche dal Tar di Palermo. Dopo il Tar di Catania. Lista presentata fuori tempo limite. Un colpo durissimo per il presidente della Regione ma ancora più duro sia per la lista Micari che per il candidato presidente che continua a fare i conti con una campagna elettorale tutta in salita. Laconica la dichiarazione di Crocetta: “Rispetto la legge e le sentenze, dura lex sed lex: mi farò una ragione di questa esclusione, risparmierò i soldi della campagna elettorale. Ero candidato nell’interesse della coalizione, se qualcuno ha sbagliato se ne assumerà la responsabilità”.
REGIONE, IL TONFO DI CROCETTA: IMPUGNATA LA LEGGE SULLE EX PROVINCE, ESCLUSO DAL VOTO
13 Ottobre 2017
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