Candidarsi, alla fine, non è poi così difficile, e per uno come Vittorio Sgarbi può essere considerato un gioco da ragazzi. Una nota stampa, una conferenza stampa con effetti speciali ed avanti con la propaganda. Ma qualche istante dopo, cominciano i problemi. Uno in particolare. Quello di dover fare i conti con la legge elettorale che è quanto mai chiara. C’è lo sbarramento al 5%, ci sono 9 collegi elettorali ed è necessario trovare i candidati. Ed è qui che in tanti tirano il freno e finiscono per sostenere qualcun altro che è più attrezzato. E’ il caso di Sgarbi che ha deciso di sostenere Nello Musumeci. Il critico d’arte taglia corto e non si preoccupa di essersi rimangiato quasi tutto ne giro di pochi giorni: “Disponibile a una collaborazione attiva e politica con Musumeci”. Prova a dare una motivazione politica al suo passo indietro: “Non è mia intenzione favorire, come i sondaggi indicano, candidati presidenti e forze politiche diversi da Musumeci”. Ed allora il “Rinascimento” può attendere. O meglio, la sua bandiera può essere posta nelle mani di Musumeci. Del resto l’obiettivo di Sgarbi, a suo dire, rimane un altro. Ed era un altro anche quando s’era candidato alla Presidenza della Regione: “Ho iniziato una lunga campagna elettorale per le elezioni politiche di primavera con il movimento <<Rinascimento>>, costituito con Giulio Tremonti, e sostenuto in Sicilia dal Mir di Giampiero Samorì: la Sicilia è il punto di partenza di questa lunga stagione nella quale io intendo innalzare gli italiani a una più alta considerazione del loro patrimonio artistico come valore di coscienza nazionale in una distinta identità nell’ambito europeo, e in una proiezione universale. Tutto ciò che è in Sicilia ha questo carattere che, nella autonomia, appartiene all’umanità e ne è fondamento culturale”. Sgarbi scopre una inaspettata comunione d’intenti: “Il progetto politico della lista di Musumeci, a partire dal nome <<Diventerà Bellissima>> va nella stessa direzione e potrà trovare una sua continuazione, dopo le elezioni siciliane, nella stretta connessione ideale con <<Rinascimento>>. A questa distinzione io credo, al di là di alleanze con le loro contraddizioni e le loro necessità forzate dalla legge elettorale maggioritaria che fa prevalere le coalizioni sulle identità politiche e culturali”.