Ryanair è in crisi e su questo non c’è alcun dubbio. Taglia voli in tutto il mondo per trovare un nuovo equilibrio. E’ il sistema low-cost che sta subendo un contraccolpo economico e commerciale e l’aeroporto di Birgi non poteva rimanerne immune. Aveva tagliato. Ha annunciato una nuova sforbiciata nella stagione invernale (novembre-marzo). Il “Vincenzo Florio” ha subito i colpi più duri. Spazzati via i voli per Trieste, Roma Fiumicino, Parma, Cracovia, Genova, Francoforte e Baden Baden. Ma alla crisi Ryanair si sta affiancando la crisi Birgi. Quest’ultima è paradossale perché mai come in questa fase l’aeroporto ha potuto contare su risorse finanziarie “vere”, reali, sul campo, presenti nelle casse di Regione e Libero Consorzio. Tuttavia si ritrova con l’accordo di co-marketing ampiamente scaduto e con alcuni Comuni “morosi” per il triennio precedente. Nello scorso mese di febbraio, quando le pacche sulle spalle si sprecavano e quando il problema Birgi sembrava definitivamente risolto perché s’intravedevano risorse finanziarie e soprattutto volontà politica per andare avanti, c’era chi sorrideva ma con qualche preoccupazione. Era il presidente della Camera di Commercio Pino Pace, protagonista dell’accordo ormai scaduto. La Camera aveva fatto da cabina di regia e soprattutto il suo presidente aveva preso la sua penna per firmare l’accordo con “AMS”. L’accordo da 2 milioni di euro all’anno per 3 anni. La somma dei contributi di ogni singolo Comune e della stesso ente che ha partecipato con una quota di 300.000 euro all’anno. Sempre in quel febbraio di pacche sulle spalle si definivano due percorsi paralleli. Due bozze di accordo. Una per far scattare il nuovo co-marketing dei Comuni – ancora 2 milioni di euro all’anno per 3 anni, con tutti i sindaci a dire che si poteva fare – e l’altra per sbloccare i 4 milioni di euro dell’assestamento di bilancio che l’Ars aveva posto per il rilancio di Birgi. Intesa tra Regione e Comuni, con una successiva triangolazione che portava all’Airgest. Si perché rispetto al triennio 2014/2017 c’era una novità sostanziale. La Camera di Commercio si ritagliava una sorta di ruolo di cassiere dei soldi dei Comuni ma l’accordo di co-marketing con Ryanair lo doveva firmare l’Airgest. La società di gestione avrebbe prima dovuto definire l’intesa con i Comuni per poi sedersi al tavolo delle trattative con gli irlandesi. Il presidente Franco Giudice aveva messo le mani avanti: senza soldi non avrebbe fatto un bel niente. Ma la Regione, o meglio, l’Ars aveva fatto la sua parte ed i sindaci continuavano a dire che avrebbero fatto le umane e divine cose per rispettare il nuovo accordo. Il presidente Pace continuava ad osservare moderatamente preoccupato perchè aveva avuto a che fare con i Comuni. Ma l’entusiasmo e le garanzie politiche avevano la meglio. La bozza d’accordo per utilizzare i 4 milioni dell’assestamento di bilancio si è trasformata in manifestazione d’interesse e poi in uno schema di delibera che è stato posto all’attenzione dei Comuni: domanda di partecipazione e sottoscrizione della convenzione. Obiettivo: incrementare i flussi turistici. Ma anche in questo caso è rimasto tutto nel guado. L’Airgest in attesa del nuovo co-marketing ha deciso di avviare le procedure per mettere a bando le risorse per Birgi. Non più la firma diretta dell’accordo con “AMS”, per dirla tutta, con Ryanair, ma un bando sicuramente più trasparente. Tre lotti e 28 mesi di durata. Primo lotto: 13.136.500 euro per collegamenti con mercati nazionali già consolidati. Secondo lotto: 6.428.000 euro per collegamenti con mercati internazionali già consolidati. Terzo lotto: 715.000 euro per collegamenti con mercati internazionali da sviluppare. Ryanair partecipa. Anche Alitalia. Procedura lunga e complessa che non si è ancora conclusa. Nel frattempo i sindaci vengono distratti dai loro bilanci. E si perdono le tracce. Airgest comincia a perdere interlocutori e non sa sostanzialmente cosa dire a Ryanair che invece vuole le cose chiare. Il presidente Pace potrebbe dire, l’avevo detto, ma non lo dice e sta lavorando per rimettere in sesto la coalizione dei sindaci. Tra qualche giorno nuove riunioni operative per fare il punto della situazione e forse anche per tornare a parlare con Ryanair. Da non dimenticare, infine, che l’aeroporto resterà chiuso dal 6 novembre – il giorno dopo il voto per l’elezione del nuovo Presidente della Regione e per il rinnovo dell’Ars – all’11 dicembre per la manutenzione straordinaria della pista.
Le quote di co-marketing 2014/2017 ancora da pagare
Comune di Castelvetrano 295.600 euro
Comune di Valderice 158.600 euro
Comune di Custonaci 29.700 euro
Comune di Petrosino 54.900 euro
Comune di Campobello di Mazara 18.800 euro
Comune di Pantelleria 79.800 euro
Comune di Partanna 13.200 euro
Comune di Santa Ninfa 36.600 euro
Comune di Poggioreale 17.300 euro
Comune di Salaparuta 18.300 euro
Le quote annuali dell’accordo triennale
Comune di Castelvetrano 195.200 euro (Iva compresa)
Comune di Valderice 109.800 euro (Iva compresa)
Comune di Custonaci 54.900 euro (Iva compresa)
Comune di Petrosino 54.900 euro (Iva compresa)
Comune di Campobello di Mazara 36.600 euro (Iva compresa)
Comune di Pantelleria 36.600 euro (Iva compresa)
Comune di Partanna 24.400 euro (Iva compresa)
Comune di Santa Ninfa 12.200 euro (Iva compresa)
Comune di Poggioreale 6.100 euro (Iva compresa)
Comune di Salaparuta 18.300 euro (Iva compresa)
Attirano sicuramente l’attenzione le “morosità” di Castelvetrano, Valderice e Pantelleria, ma c’è tuttavia da registrare che Comuni come Santa Ninfa e Salaparuta, nel triennio 2014/2017 non hanno versato neanche un euro per l’azione di co-marketing, pur essendo presenti come tutte le altre amministrazioni locali. Il dato complessivo registra che l’accordo di co-marketing con la società “AMS” che gestisce l’immagine della Ryanair non è stato rispettato alla scadenza di marzo e mancano ancora all’appello 722.800 euro.
Fondi per il co-marketing 2017/2019
Nella manovra finanziaria 2017 l’Assemblea regionale siciliana ha stanziato le somme per sostenere l’azione di co-markenting: 5,5 milioni euro per il 2017; 6 milioni di euro per il 2018; 6,5 milioni di euro per il 2019. Risorse che vanno divise tra gli scali di Birgi e Comiso. Per l’aeroporto trapanese: 4,5 milioni (2o17); 5 milioni (2018); 5 milioni (2019). Si tratta di fondi certi che assicurano a Birgi 14,5 milioni di euro per il triennio. L’Assemblea regionale ha stanziato 4 milioni di euro con gli assestamenti di bilancio 2016. Nelle casse del Libero Consorzio Comunale di Trapani (ex Provincia) ci sono 2,5 milioni di euro per Birgi. In totale 21 milioni di euro che possono essere investiti. Un altro capitolo riguarda l’intervento della Regione per ripianare i debiti accumulati dalla società di gestione. L’Airgest è sotto per circa 16 milioni di euro. Nella manovra finanziaria 2017 l’Ars ha stanziato 6 milioni di euro come prima tranche. L’assemblea dei soci ha invece dato il suo via libera, nello scorso mese di agosto, all’aumento di capitale per mettere la parola fine ai debiti e per rilanciare lo scalo con un nuovo piano industriale. La perdita di esercizio nel bilancio 2016 è stata di 2.438.931 euro.
I passeggeri di Birgi
Nel 2016 l’aeroporto “Vincenzo Florio” ha raggiunto quota 1.493.519 passeggeri, sia nazionali che internazionali. L’ultimo dato a disposizione del 2017 è quello che riguarda il periodo gennaio-agosto. I passeggeri nazionali sono stati 707.345 (-9,4%), quelli internazionali, 275.452 (+17,1%). Ci sono poi i dati minori con l’aviazione generale a 1.o1o (+15,7%) ed i transiti, 984 (-3,3%). In totale: 984.144 passeggeri, con una contrazione del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.