L’aeroporto di Birgi è una cosa seria e le scelte della Ryanair – altri voli cancellati in giro per il mondo, dopo la prima “infornata” – arrivano nel momento sbagliato, perché c’è una campagna elettorale in corso, per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana, e di conseguenza la propaganda finisce per affiancarsi alle notizie che, a loro volta, possono essere più o meno di prima mano e quindi con un elevato margine di errore. I fatti, dunque. Lo scorso 16 dicembre nella prima tranche di voli cancellati, l’Airgest, società di gestione di Birgi, aveva comunicato la cancellazione di due voli per Bologna e di uno per Bergamo. Ryanair sotto tiro in tutto il mondo. Associazioni di consumatori imbufalite ed ENAC pronta a prendere le contromisure. Oggi un nuovo strappo della compagnia aerea irlandese. Altri voli cancellati da novembre a marzo, in piena stagione “winter”. Birgi ci va di mezzo. Saltano i voli per Trieste, Roma Fiumicino, Parma, Cracovia, Genova, Francoforte e Baden Baden. Grande preoccupazione in loco. Ed è anche giusto che sia così perchè l’aeroporto rimane l’unico volano di sviluppo del territorio. I social si allarmano, comincia un dibattito forsennato sul futuro dello scalo trapanese. La paura che tutto si risolva, come con la chiusura, prima totale e poi parziale, del “Vincenzo Florio, nel 2011, per la guerra contro la Libia di Gheddafi. Sette voli, dunque, cancellati. Da novembre a marzo. Le fasi temporali sono determinanti. Perché c’è un altro fatto che se non riduce il danno, almeno lo rende più “digeribile”. E’ stato comunicato, in tempi non sospetti, che l’aeroporto di Birgi non sarà operativo dal 6 novembre all’11 dicembre. Chiuso per consentire la manutenzione straordinaria della pista. Dunque, non ci sarebbero stati voli di alcun tipo. I tempi di penalizzazione sono dunque più brevi. Dato inconfutabile. Fatti e dati in un contesto che non è certo dei migliori: si sa poco o nulla della gara di 20 milioni di euro per i prossimi anni; si sa poco o nulla, o meglio, è facile comprendere che se i Comuni non approveranno i bilanci, difficilmente onoreranno le rate di co-marketing; si sa poco o nulla di altri soldi che erano stati stanziati dalla Regione con due interventi sulle manovre finanziarie. Ci si dimentica che in una recente assemblea dei soci è stato approvato l’aumento di capitale della società, con un piano industriale che prevede il progressivo ripianamento dei debiti. C’è poi la politica e la propaganda. Si registra così una nota stampa durissima del Movimento Cinquestelle di Trapani. “La decisione – si legge – di oggi della Ryanair di tagliare, dal prossimo Dicembre, ben sette tratte dallo scalo di Birgi, tra cui quella per Roma Fiumicino, è un danno immenso per il turismo e per tutta l’economia del nostro territorio, oltre che per le migliaia di Trapanesi che normalmente utilizzano l’aereo per lavoro o studio”. I grillini non hanno alcun dubbio: “La responsabilità di questo disastro annunciato non è a Dublino, ma qui in Sicilia. La pessima gestione dell’Airgest che da anni ha affidato il futuro dello scalo ad una compagnia low cost, la quale, nonostante i milioni del co-marketing, procedura al limite delle leggi europee, e l’ultimo bando scritto ad hoc per lei, ha deciso di abbandonare Trapani per investire invece sull’aeroporto di Palermo”. Ed ancora: “Il passaggio dalla Provincia alla Regione, come socio di maggioranza dell’Airgest, ha definitivamente bloccato lo sviluppo di uno scalo che ha subìto negli ultimi mesi una contrazione del 3,5% di passeggeri, con il governo Crocetta che, al pari di chi ha governato questo territorio negli ultimi anni, si è interessato solo alle nomine prive di logica e competenza, ultima quella di Daniela Virgilio nel CDA dell’Airgest, che ad un reale sviluppo dell’aeroporto”. Ce n’è per tutti: “Adesso chi ripagherà l’enorme danno ai cittadini trapanesi? E i mancati introiti che aumenteranno ancora di più i debiti del bilancio dell’Airgest saranno ancora a carico dei cittadini Siciliani? E se e con chi ha coordinato la Ryanair la cancellazione dell’intera programmazione invernale con così poco preavviso? E chi le chiederà i danni di tutto questo?”. La conclusione della nota è scontata: “Il prossimo 5 novembre i Siciliani avranno finalmente l’opportunità di mandare a casa questa classe politica incapace e collusa e poter ricostruire, tutti insieme, una Sicilia a 5 stelle”.
BIRGI, TRA FATTI, DATI E LA PROPAGANDA POLITICA
27 Settembre 2017
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