Bisogna leggerla dalla fine e non dall’inizio per comprenderne il contenuto autentico. Mimmo Fazio ha affidato, ieri, ad un suo post su Facebook il compito di aprire una vera e propria vertenza giudiziaria che va oltre la sua vicenda. Quello dell’ex sindaco, più che un atto di difesa – la storia del ritiro del passaporto per il pericoloso di fuga – si presenta come un atto d’accusa. Fazio mette in discussione il “sistema” e lo fa senza tanti giri di parole: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, ho respirato diritto sin da piccolo, ho sempre ritenuto che fossero le sedi giudiziarie quelle in cui accertare la verità. Ma oggi sono preoccupato perché mi chiedo quale strategia e chi ci sia dietro tutto questo”. La nota di Fazio introduce un salto di qualità nel confronto tra accusa e difesa. L’ex parlamentare regionale indica ciò che non va, a suo dire, nel rispetto delle regole, non nell’interpretazione dei fatti: “Sono ancora in attesa di conoscere quali sono questi favori, sventolati a destra ed a manca dalla stampa, che avrei determinato direttamente e/o indirettamente a favore dei Morace o della società Ustica Lines, poiché quelli descritti nell’ordinanza di custodia cautelare, basati esclusivamente sulle intercettazioni telefoniche operate, risultano in contraddizione e ampiamente superate dalle prove documentali acquisite nelle indagini difensive effettuate e la verità risulta ben diversa da quella rappresentata come unica ed incontrovertibile rinvenibile nelle tante relazioni formulate dal nucleo investigativo dei Carabinieri”. Ed ancora: “Non può poi non essere considerata sospetta ed anomala la circostanza che la denuncia presentata a mio carico, dalla quale ha preso il via l’azione penale, operata correttamente la qualificazione del reato, risulta ampiamente prescritta, poiché presentata otto mesi dopo l’accadimento dei fatti e la legge in questo caso non consente alcuna intercettazione e quindi quelle operate risultano illegali. Come mai nessuno si è accorto di ciò? Chi aveva interesse che l’azione penale venisse attivata comunque autorizzando intercettazioni contra legem? Chi è stato l’oscuro manovratore? Come mai viene presentata una denuncia dopo otto mesi dall’accadimento dei fatti? Come mai nessun rilievo viene dato al risultato della perizia disposta dalla Procura che sconfessa l’operato del funzionario regionale denunciante?”. Fazio non molla più la presa e colpisce ancora più duro: “Perché nessuno si è mai interrogato sul fatto che l’arresto è stato eseguito con grande clamore dal nucleo carabinieri di Trapani, nella città di Brescia, in cui ero occasionalmente presente in quella città per assistere all’ultima partita di calcio del Trapani, quando, invece, era a tutti noto e soprattutto agli stessi Inquirenti che appena dopo un’ ora dall’arresto sarei atterrato all’aeroporto di Palermo? Come mai l’ordinanza di custodia cautelare viene eseguita dopo la scadenza del termine di presentazione delle candidature a sindaco? Come mai la circostanza che ero candidato alla carica di sindaco della città di Trapani era espressamente contemplata nella richiamata ordinanza cautelare?”. I chiarimenti di Fazio sulla presunta fuga che ha portato al ritiro del suo passaporto passa in second’ordine. O meglio va a riempire il puzzle che l’ex primo cittadino ha costruito sulla sua vicenda giudiziaria. Aveva bisogno del passaporto perché una battuta di pesca avrebbe potuto richiedere un pernottamento in Tunisia per le condizioni del tempo. Anche in questo caso Fazio fornisce un lungo elenco di particolari. Ma la novità sostanziale sta nel contenzioso che ha deciso di aprire con la magistratura e gli inquirenti che vengono chiamati in causa non per come interpretano i fatti ma per il rispetto delle regole.