Il primo adempimento per dare contenuto al ballottaggio del prossimo 25 giugno è scaduto, con ripercussioni rilevanti sul secondo turno elettorale nel Comune di Trapani. Nessun atto di riunucia formale alla candidatura a sindaco è arrivato alla segreteria generale dell’amministrazione di Palazzo D’Alì. Mimmo Fazio ha deciso di fermare la sua macchina elettorale, di uscire di scena chiedendo ai trapanesi di non votarlo al ballottaggio, ma non ha formalizzato questa sua scelta con un atto, quello di rinuncia da consegnare al segretario generale, che avrebbe consentito al terzo candidato sindaco, in questo caso, al senatore Antonio D’Alì di partecipare al ballottaggio. Una nota di Forza Italia – diffusa in giornata – lascia intendere chiaramente che il senatore non avrebbe accettato. Dopo D’Alì ci sono il grillino Marcello Maltese ed il “civico” Giuseppe Marascia. Il secondo adempimento scade oggi. I candidati al ballottaggio dovranno presentare la squadra completa dei loro assessori. Pietro Savona, nel primo turno, ha indicato Ninni Polizzi, Ignazia Bartholini e Carlo Foderà. Fazio, in prima battuta, aveva indicato Anne Marie Collart Morace, Margherita Ciotta e l’onorevole Mimmo Turano. L’ex deputato regionale Fazio, nel frattempo, si è dimesso dalla carica dopo l’annuncio del ritiro dalla competizione elettorale. Ed oggi non presenterà i nomi degli altri assessori. Inadempienza che metterà in discussione, dal punto vista formale e sostanziale il turno di ballottaggio. Il termine ultimo per presentare la “squadra” è quello delle 14 di oggi. Ma al Comune arriverà soltanto una “squadra” al completo, quella di Savona. Da qui si aprirà una nuova partita elettorale perché l’avversario di Savona non sarà più Fazio e non lo saranno gli altri candidati. L’avversario si chiamerà quorum. Se un candidato sindaco arriva da solo al ballottaggio deve fare in modo che vadano a votare la maggioranza assoluta degli iscritti nelle liste elettorali e deve poi ottenere almeno il consenso di almeno 25% degli iscritti alle liste elettorali. Se non si determinano le “regole” previste dalla legge regionale 9 del 1992 il Comune viene commissariato fino alla prima tornata elettorale utile. Gli elettori trapanesi al primo turno erano 60.023. La maggioranza assoluta è dunque rappresentata dalla loro metà più uno. La prima condizione per tenere in campo la candidatura di Savona sarebbe dunque la partecipazione al voto di poco più di 30.000 elettori. L’11 giugno i votanti sono stati 35.377 pari al 58% degli aventi diritto. Primo turno con 5 candidati a sindaco e 13 liste. La seconda condizione è invece legata ai voti che Savona deve ottenere, pari al 25% degli iscritti nelle liste elettorali. Si tratta di poco più di 15.000 voti. Il candidato sindaco del Pd ha ottenuto al primo turno 8.714 voti pari al 26%.
TRAPANI, SAVONA AL BALLOTTAGGIO CONTRO IL QUORUM?
17 Giugno 2017
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