Nuovo ospedale sì, come dicono l’assessore Baldo Gucciardi ed il senatore Antonio D’Alì, oppure nuovo ospedale no, come replicano i grillini? Il commissario dell’Azienda Sanitaria provinciale Giovanni Bavetta è quanto mai diretto: “Credo che sia una polemica fuori luogo quella contro la realizzazione di un nuovo grande ospedale a Trapani. E’ nostro compito infatti anche cominciare a programmare quello che dovrà essere il futuro della sanità trapanese nei prossimi anni”. Bavetta parte da una constatazione: “Già oggi, se dovessimo subito inserire tutti i reparti previsti nella nuova rete ospedaliera, non avremmo gli spazi. L’attuale ospedale Sant’Antonio Abate infatti è una struttura progettata negli anni ‘50 e completata nel 1968, e per questo, anche in termini di sicurezza, è inadeguato. Una nuova struttura, progettata e realizzata secondo i canoni dei moderni ospedali, facilmente raggiungibile, potrà essere realmente l’ospedale di riferimento di tutto il territorio e potrà aspirare a essere un DEA di II livello, garantendo una migliore qualità della salute anche a un bacino più ampio di quello provinciale. Bene quindi ha fatto l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi a sostenere il progetto ed emanare il decreto per iniziare le indagini geognostiche sul terreno nella frazione di Milo”. Grillini messi all’angolo, duque.
L’ampliamento del Sant’Antonio Abate
Bavetta parla del futuro ma deve occuparsi del presente. Ed il presente dice che l’ospedale Sant’Antonio Abate deve essere ampliato. C’è un progetto esecutivo. Il commissario mette le cose in chiaro: “Progetto per un importo stimato delle opere da realizzare di oltre 13 milioni di euro, tramite fondi ex art. 20, che prevede la realizzazione di una nuova palazzina a quattro elevazioni, di cui due seminterrate, ciascuna di superficie pari a circa 1.300 metri quadrati. Ospiterà alla prima elevazione, secondo piano seminterrato, il servizio di Radioterapia. La seconda, primo piano seminterrato, ospiterà il nuovo complesso operatorio, con quattro sale chirurgiche e i servizi annessi. La terza e quarta elevazione, primo e secondo piano esterni, ospiteranno i reparti di degenza dell’area chirurgica, per complessivi 84 posti letto. E’ previsto anche un collegamento strutturale funzionale tra il nuovo edificio e la struttura principale Questo inoltre libererà spazi dell’attuale struttura, da sottoporre a loro volta ai necessari interventi di adeguamento strutturale e impiantistico, per contenere così quello che attualmente prevede la nuova rete, sia in termini di nuovi posti letto che di reparti”. Bavetta sceglie la tattica del bastone e della carota e conclude così: “Siamo comunque aperti e disponibili con tutte le forze politiche, compreso il Movimento 5 Stelle, perché portatrici di interessi pubblici, a un confronto di idee per migliorare insieme la sanità in provincia. Dal dialogo infatti possono emergere proposte utili, che potremo fare nostre”.