IL SENATORE D’ALI’ SI CANDIDA A SINDACO DI TRAPANI: “SIAMO APERTI, NON DOBBIAMO ESSERE FAZIOSI”

2 Aprile 2017

“Aperti, generosi e soprattutto non dobbiamo essere faziosi”. Ha concluso così la convention che lo ha acclamato candidato sindaco di Trapani. Il senatore Antonio D’Alì ha sciolto la riserva. Alla domanda: “Cosa volete chi io faccia?”, la platea s’è alzata in piedi e gli ha indicato la strada: “Il sindaco di Trapani”. Il parlamentare di Forza Italia ha preso già impegni precisi. “In cinque anni – ha scandito le parole – promuoveremo tutte le iniziative utili a poter avviare le operazioni previste dalla legge che ci consentiranno di dar vita alla Grande Città. Fra cinque anni il sindaco non dovrà più essere di Trapani ma della Grande Città, che dovrà avere anche il nome di Erice perché è giusto che sia così. Perchè Erice è storia e cultura”. D’Alì è pronto a prendere in considerazione “le istanze del progetto Misiliscemi. Non chiediamo nulla ma di confrotarci perché si tratta di territori che sono stati abbandonati”. Il primo atto da sindaco: “Denuncerò le Ferrovie per interruzione di servizio pubblico. Con la scusa di qualche franette hanno bloccato la linea per Palermo da cinque anni. Non è possibile che si debbano impiegare 6 ore per arrivare a Palermo”. Con le Ferrovie D’Alì vuole aprire un vero e proprio contenzioso: “Stanno lasciando la Sicilia e stanno mettendo in vendita il patrimonio. Non possiamo consentirglielo. Penso alla stazione che vuole vendere non si sa a chi”. La Grande Città di D’Alì non si ferma più ai Comuni di Trapani ed Erice ma punta anche a quelli di Paceco e Valderice. Il senatore ha rimarcato che il progetto per il territorio si trova “con una congiuntura astrale elettorale favorevole. L’11 giugno, almeno dovrebbe essere così, si voterà a Trapani ed Erice, poi ci saranno le Regionali, al nuovo presidente chiederemo subito d’avviare le procedure che porteranno al referendum sui confini, a marzo le Politiche e poi a seguire le Comunali a Valderice e Paceco. Dobbiamo essere uniti e pronti per affrontarle tutte con il nostro progetto”. D’Alì “sogna” una città di oltre 100 mila abitanti “che avrà autorevolezza e peso politico, cosa che in questo momento non c’è. Trapani è capoluogo ma non ha l’autorevolezza che merita. I trapanesi portano le loro attività imprenditoriali da un’altra parte”. D’Alì non cita mai il suo avversario numero uno, Mimmo Fazio, ma lo punzecchia. Con in prima fila l’ex sindaco di Erice Ignazio Sanges e subito dopo l’ex sindaco di Trapani Nino Laudicina ha puntato la sua attenzione sulla Litoranea Nord: “Nel 1998 i due sindaci proposero un concorso d’idee, che portò al piano Portoghesi. Ma poi nel tempo non s’è fatto nulla. Non c’è stata neanche la volontà politica di calarlo nel Piano regolatore generale”, che il senatore vuole modificare per dare respiro anche alle frazioni. Ha rivendicato in pieno l’evento della Coppa America: “Doveva essere un punto di partenza e non di arrivo. Non vi dico cosa è stato necessario fare per arrivare fino alla fine, grazie anche alla collaborazione e all’impegno di Bertolaso e del prefetto Finazzo”. Le stilettate all’ex sindaco Fazio arrivano anche sul dissenso per Piazza Martiri d’Ungheria e per il parcheggio di Piazza Ciaccio Montalto che D’Alì considera “un eco mostro in città”. Ancora numeri per esaltare la Grande Città: 5 milioni di euro in più di trasferimenti da un fondo nazionale che è ad hoc. E l’impegno, con la Grande Città, a portare i turisti da 2 ad 8 milioni in cinque anni. Così come “i passeggeri di Birgi sono passati da 300 mila a 2 milioni quando mi sono occupato di Birgi da presidente della Provincia. L’aeroporto è una realtà importante perché siamo riusciti ad ottenere la concessione totale, evitando che la Gesap che era già entrata nel pacchetto azionario dicesse il futuro del nostro scalo. Ed il rilancio di Birgi ha avuto un protagonista importante, Gaetano Galia che ha rimesso le cose in ordine. Non vi dico cosa avevamo trovato”. D’Alì ha messo in campo pillole di programma: “Istituiremo una commissione progettuale perché gli uffici che saranno sollecitati a progettare non sono in grado di poter reggere e senza progetti ambiziosi non si va da nessuna parte. Questo territorio è fermo da dieci anni”. Nel progetto per il territio trova un posto di rilievo una nuova circonvallazione che possa collegare Milo all’area di San Cusumano. D’Alì è pronto al confronto con gli ambientalisti: “Le saline abbandonate non possono rimanere così perché li nidificano gli aironi, perchè così facendo avremo gli uccelli ma non gli abitanti. Nel rispetto dell’ambiente è necessario intervenire”. La Colombaia, per il senatore, va affidata ai privati. Necessario pure un piano per le coste. Non solo Marausa ma fino al fiume Forgia perché D’Alì ha sottolineato più volte che la nuova Grande città passa dall’unione di un territorio diviso in 4 Comuni. Cultura ed ancora cultura nel suo approccio programmatico, con il rilancio dell’Università e con la valorizzazione “della nostra cultura marinara e di centralità mediterranea”.

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