TRAPANI, GIORNATA DELLA MEMORIA. OGGI LA MAFIA HA PERSO

21 Marzo 2017

I cortei e le manifestazioni hanno i loro riti. Le bandiere, gli striscioni, gli slogan. Ma quando ci sono di mezzo i giovani gli schemi saltano. Come oggi, come in queste ore a Trapani. La città è invasa da studenti e giovani che arrivano da tutta la Sicilia e che sono i protagonisti della XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. I cortei e le manifestazioni hanno i loro riti ma anche i loro significati simbolici. Quello di oggi ha una forte carica simbolica ma anche un elemento di concretezza. Oggi a Trapani la mafia è stata battuta. Ha perso perchè viene attaccata in un campo che può esserle letale, più delle necessarie operazioni delle forze dell’ordine, più del lavoro della magistratura. A Trapani, oggi, ha perso e sta perdendo perchè è stata colpita dalla cultura della libertà. Quelli che stanno attraversando le vie del centro storico cittadino sono giovani contro, contro una sottocultura che ha lasciato sul campo e continua a lasciare sul campo più  vittime delle armi dei mafiosi. Trapani sede regionale della manifestazione nazionale che ha come fulcro e perno Libera può contare sul valore aggiunto di questi giovani che sono arrivati qui dopo una riflessione in classe, dopo aver lavorato per portare striscioni e manifesti alla Giornata. Oggi la mafia ha perso perchè questi giovani, con la loro presenza, contestano le ragioni stesse della sua presenza nella società siciliana e nazionale. Questi giovani sorridenti, pieni di speranza per un futuro che è comunque da affrontare e che la gioventù consente di vivere anche con leggerezza, non stanno sfidando il contro-potere  mafioso. Stanno facendo di meglio e di più. Stanno indicando la strada per isolarlo, per marginalizzarlo. Le istituzioni che sono presenti, anche con i sindaci, e che affiancano il colorato e vociante corteo dei giovani, si stanno assumendo una responsabilità importante. Questi giovani non vanno delusi. Non devono trovare istituzioni amiche. Ma istituzioni vere, che fanno il loro dovere, che siano in grado di sostanziare diritti e doveri di una comunità, di un territorio.

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