PESCHERECCI MAZARESI MITRAGLIATI DAI LIBICI IN ACQUE INTERNAZIONALI. TUMBIOLO SCRIVE A GENTILONI

24 Gennaio 2017

Gli italiani non sono mai stati particolarmente simpatici ai libici ma in questa fase storica c’è un salto di qualità e non certo positivo. Si spara addosso agli italiani. Che siano quelli che lavorano in Ambasciata, il tentativo di arrivarci con una macchina imbottita di esplosivo è andato a vuoto. L’auto è esplosa ma a distanza ed ha provocato la morte di due attentatori. Ma c’è anche chi spara in mare. Sono le motovedette libiche che hanno ormai preso di mira i pescherecci di Mazara del Vallo. “Principessa Prima”, “Antartide” e “Grecale” hanno passato ore di autentica paura, con i libici che sparavano e tentavano l’abbordaggio. Il presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu Giovanni Tumbiolo ha già lanciato l’allarme in tempi non sospetti ed ora ha anche scritto al presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni. “Tre pescherecci del distretto di Mazara del Vallo – si legge nella nota -,  Principessa Prima, Antartide e Grecale, regolarmente impegnati nell’attività di pesca in acque internazionali antistanti le coste delle città libiche di Bengasi e Derna, sono stati l’ obiettivo di una vera e propria aggressione armata da parte di alcuni militari a bordo di una motovedetta libica che per alcune interminabili ore hanno tentato l’abbordaggio sparando raffiche di mitra che, miracolosamente, non hanno colpito nessun pescatore ma hanno provocato ingenti danni ai pescherecci colpiti dai cannoni degli aggressori. I nostri hanno dovuto lasciare le zone di pesca subendo notevoli danni economici. Soltanto grazie alla grande esperienza dei nostri capitani ed il coraggio dei nostri pescatori, le imbarcazioni sono riuscite a sfuggire all’attacco e ad un sequestro dalle conseguenze imprevedibili”. Tumbiolo non le manda a dire: “La comunità peschereccia mazarese continua a sopportare da sola, sulle sue spalle, i danni economici e sociali di questi veri e propri atti di pirateria; con la speranza che non ci scappi ancora una volta il morto”.

 

 

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