Un paradosso nel paradosso ed ancora un fallimento, di un progetto di sviiluppo che ha fatto conoscere Trapani nel mondo. E’ la cantieristica navale. I bacini di carenaggio stanno per essere ristrutturati. A marzo dovrebbe finire i lavori. Ma non sarà possibile verificarne la funzionalit perché manca l’impianto elettrico per poterlo fare. Quello che c’era è stato “depredato”, distrutto. L’appalto non prevedeva un impianto per la verifica e di conseguenza sarà necessaria una nuova gara d’appalto. Se tutto va bene a giugno. Di conseguenza, da marzo il bacino di carenaggio ristrutturato rimarrà lì in attesa di poter essere monitorato. La società “La Porta Industries”, che ha lavorato in subappalto, la gara era stata vinta dalla “Metalmeccanica Agrigentina” sta per concludere il suo intervento: rifacimento delle lamiere, sabbiatura e pitturazione del bacino oltre al ripristino delle pompe e delle valvole. Il bacino è di proprietà della Regione che dovrà, in seguito, decidere a chi affidarlo. Ma il paradosso no si ferma qui. Perché a pochi metri dal bacino ristrutturato c’è l’area dell’ex Cantiere Navale. Da anni ormai una terra di nessuno. E’ stat per anni in concessione alla “Satin” del gruppo D’Angelo. Ma il fallimento della società e la scadenza della concessione demaniale hanno meosso in discussione il futuro del CNT. Concessione che è stata concessa due volte ma senza assegnazione definitiva perchè i ricorsi e le contestazioni hanno avuto la meglio. La prima concessione aveva premiato la “Marinedi srl”, poi è stata la volta del “Cantiere Ricevuto”. Ma la vicenda rimane ancora aperta in attesa di una scelta finale perchè la stessa “Marinedi srl” e la società cooperativa “Bacino di Carenaggio” hanno presentato un ricorso al Tar e l’iter di concessione si è bloccato rispendendo carte e decisione al Ministero delle Infrastrutture che dovrebbe intervenire il prossimo mese di aprile. L’incertezza dunque regna sovrana. Da qui la dura presa di posizione della Cgil con il suo segretario provinciale Filippo Cutrona: “E’ scandaloso che da cinque anni e mezzo il Cantiere Navale di Trapani sia, nell’indifferenza collettiva, inattivo e i suoi capannoni siano completamente abbandonati”.Alcuni lavoratori dell’ex CNT dal mese di setttembre del 2011 sostano, ogni giorno per alcune ore, in segno di protesta davanti ai cancelli dell’ex cantiere. L’ex CNT è distrutto. La concessione alla “Marinedi srl” è del 2015. Assegnazione che saltò a favore del “Cantiere Navale Drepanum” del gruppo Ricevuto che ha ottenuto la concessione nello scorso mese di agosto. Cutrona, che è anche segretario della FIOM provinciale, attacca a testa bassa: “Quella del cantiere navale è una storia infinita in cui a pagarne le spese sono una ventina di operai, privati del lavoro e del reddito, e il territorio trapanese a cui sono venute meno un’importante attività produttiva, determinante per lo sviluppo del porto, e il suo indotto”.Il sindacalista della Cgil se la prende con la politica e con il sindaco di Trapani Vito Damiano: “In questo lungo arco di tempo la classe politica del territorio non è stata attenta e vigile, e se lo è stata solo a singhiozzo. I tempi burocratici per definire qualsiasi cosa che riguardasse il Cantiere navale sono stati biblici, una paralisi di cinque anni e mezzo è davvero troppa. I fatti dimostrano che se un interesse della deputazione c’è stato esso non è stato incisivo e determinante. Analoga disattenzione è stata quella mostrata dal sindaco di Trapani che, al di la delle competenze, non si è mai attivato per difendere questo importante interesse produttivo, economico e occupazionale della città”.