ALC AMO, CITTADINANZA ONORARIA A GIUSEPPE GULOTTA

19 Gennaio 2017

La cerimonia ha il suo protocollo, fatto di procedura, ma il prossimo 27 gennaio alle 17,30 al Centro Congressi Marconi più che una cerimonia sarà un abbraccio ideale. Quello che la città di Alcamo sarà ad un suo figlio, Giuseppe Gulotta, vittima, assieme ad altri, di uno dei più grandi e controversi casi giudiziari. La giustizia, in ritardo, ha ridato la libertà ad un innocente – agli innocenti – ma non ha ancora detto chi ordinò ed eseguì la Strage di Alcamo Marina nel 1976. Il consiglio comunale conferirà la cittadinanza onoraria a Gulotta. E’ quasi un paradosso: Gulotta è un alcamese doc, che la vita e soprattutto l’ingiustizia ha portato altrove. Nella nota del Comune si legge che la cittadinanza onoraria gli verrà conferita “a seguito delle sue note vicende giudiziarie” e che l’amministrazione Surdi ha deciso di dare seguito alla delibera consiliare dello scorso 6 settembre. Ecco la motivazione ufficiale: “Per essere stato vittima inconsapevole di un clamoroso errore giudiziario. Per aver sempre dimostrato fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni dello Stato. Per aver affrontato con dignità esemplare il percorso processuale che alla fine lo ha dichiarato innocente”. Non c’è mai traccia dell’oggetto a monte: Strage di Alcamo Marina. Per il presidente del consiglio Baldo Mancuso “sarà un onore presiedere questa seduta del consiglio, che rappresenta un momento significativo per la nostra Città, poiché finalmente dopo tanti anni una drammatica vicenda giudiziaria si è conclusa e, pertanto auspico la partecipazione degli alcamesi, al fine di poter dare un piccolo riconoscimento ad un uomo che, con la sua condotta integerrima, è un esempio per tutti”. La nota del Comune fa sapere che alla cerimonia “sono stati invitati l’avvocato difensore di Gulotta, Baldassare Lauria, lo scrittore, Nicola Biondo che insieme a Gulotta ha scritto e pubblicato il libro <<Alkamar- la mia vita in carcere da innocente – le autorità civili e militari del territorio”.

Mi viene da sorridere, ma è sorriso sempre più amaro. Questo “mestieraccio” ti abitua a tutto e ti dice chiaramente che non ci sarà mai nessuno che ti darà una pacca sulla spalla per quello che fai. E forse è anche giusto così. Del resto non c’è prescrizione medica per fare il giornalista. Ma assistere in questi giorni, in queste settimane, al riconoscimento di una ingiustizia, storica, giudiziaria, di portata internazionale per il suo contenuto, come quella subita da Gulotta, e vederla accompagnata da un’altra ingiustizia, sicuramente infinitesimale al confronto, quasi irrisoria, mi porta però a quel sorriso amaro. L’ingiustizia sta in dato inconfutabile. Nella riapertura del caso Gulotta c’è tanto sacrificio, tanto lavoro, tanta dedizione – tutti fattori determinanti per riaccedere la speranza poi trasformatasi in sentenza di assoluzione in nome del Popolo Italiano – di un giornale, di un settimanale “Quarto Potere”. Bastarebbe riconoscerlo, nient’altro. Un giornale di provincia, con un editore di provincia, con un direttore di provincia, con un cronista di provincia, che sono andati avanti comunque, anche quando le incognite erano tante, anche quando arrivavano i messaggi “ma chi ve lo fa fare”. Non si può affrontare il caso Gulotta, come ha fatto la bella trasmissione di RAI 3 “Sono Innocente”, dicendo che la vicenda Gulotta si è aperta perchè c’è stato chi ha scelto di interessarsi di questo caso: “un giornalista trapanese, in particolare, cominciò a scriverne con regolarità”. Quel giornalista di Trapani è Maurizio Macaluso e scriveva con regolarità su “Quarto Potere”, settimanale diretto dal sottoscritto. Tra le immagini dei giornali del tempo che sono andate in onda, ci sono le pagine di “Quarto Potere”. Gli inviti alla cerimonia di Alcamo sono legittimi. Ma credo anche parziali, oserei dire ingenerosi. Non ci siamo, non mi sono mai vantato, di essere stato protagonista di una delle pagine più importanti che possono essere annoverate al giornalismo trapanese. E non lo farò e non lo faremo neanche ora. Ma almeno la verità!

                                                                                                                                 Vito Manca

Notizie Correlate