ERICE, ESPOSTO ALLA PROCURA DEL VICESINDACO DANIELA TOSCANO: “VEDIAMO QUALI DOCUMENTI HANNO I MANUGUERRA!”

12 Gennaio 2017

“Daniela Toscano ci ha diffamato”, è l’accusa che il gruppo Manuguerra ha lanciato contro il vicesindaco di Erice. Ed ha anche aggiunto di avere le prove dell’accusa. Tra la Toscano ed il gruppo Manuguerra c’è una famiglia di San Giuliano. Un suo componente aveva dato la sua disponibilità a far parte della lista “Nati Liberi” del candidato sindaco Cettina Montalto, ma anche a dare una mano alle primarie per sostenere le ragioni del vicesindaco. La diffamazione del numero due dell’amministrazione Tranchida starebbe – secondo Cettina Montalto, Luigi ed Alessandro Manuguerra – nell’avere messo in guardia il componente della famiglia di San Giuliano sul gruppo Manuguerra e su probabili e possibili attenzioni delle forze dell’ordine sul loro operato politico nel territorio ericino. Sempre secondo il gruppo Manuguerra l’azione diffamatoria della Toscano sarebbe riscontrabile in una serie di documenti, immagini, registrazioni e foto che sarebbe nelle condizioni di mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria. Da qui l’annuncio di essersi rivolti ad un legale per tutelare i propri diritti e la propria immagine. Perno centrale della vicenda rimane il componente della famiglia che entra in contatto con la Toscano per avere delucidazioni sulle procedure previste negli appalti per i lavori previsti dal contratto di quartiere. Procedure che consentono ai disoccupati ericini, con specifiche mansioni, di poter partecipare ad una selezione per entrare in quota parte nella forza lavoro delle imprese che dovranno realizzare le opere previste nel contratto. Lo stesso componente della famiglia di San Giuliano che è in contatto con il gruppo Manuguerra perché ha dato la sua disponibilità a candidarsi nella lista del movimento “Nati Liberi”. Se il gruppo Manuguerra ha annunciato di essersi rivolto ad un legale di fiducia, il vicesindaco Toscano è andato oltre ed ha, stamattina, presentato un esposto alla Procura della Repubblica: “Tale famiglia – il riferimento è al gruppo Manuguerra – sarebbe in possesso di parecchio materiale, documenti, immagini, foto, registrazioni scottanti che dimostrerebbero il tentativo da parte mia di diffamare tali soggetti, giungendo ad ad affermare che addirittura avrei messo in atto una campagna elettorale intimidatoria. Ma nei confronti di chi?”. Toscano ribalta il tavolo e denuncia “il tentativo da parte di questa famiglia di arginare, bloccare e fermare il sano e leale confronto con le persone, ed in particolare con gli abitanti di San Giuliano”. Il vicesindaco ha infatti registrato “una cappa di condizionamento”. Il vicesindaco attacca anche sul fronte politico invitando i cittadini a verificare l’azione e l’attività consiliare della Montalto che, a suo dire, non sarebbe stata nell’interesse della città: “Basta collegarsi al sito internet del Comune e leggere i verbali delle commissioni e delle sedute consiliari per comprendere cosa ha fatto in questi anni la consigliera e candidato sindaco Cettina Montalto”. Il vicesindaco rincara la dose chiedendosi perché la Montalto è così interessata alle primarie del Pd del prossimo 22 gennaio. Torna sul materiale definito “scottante” ed affonda il colpo: “Mi chiedo, a questo punto, di che materiale si tratta, se è stata violata la mia privacy, come mai messaggi privati e personali tra me ed un’altra persona tramite la chat di facebook sarebbero nelle mani di questa famiglia e come mai la Montalto, mia avversaria politica, come da lei stessa dichiarato, si interessa tanto dell’attuale campagna elettorale che è riferibile solo ed esclusivamente alle primarie del 22 gennaio che mi vedono candidata?”. Il fendente più duro e diretto lo riserva però a Luigi Manuguerra: “Chi ha commesso il reato di voto di scambio come il signor Manuguerra, accertato e condannato, per le elezioni del 2017, non potrà mai riabilitarsi. Rimane un’onta indelebile, significa calpestare la dignità delle persone, minare alla base qualunque regola democratica”. La Toscano, già che c’è, ed a scanso di equivoci sulla candidatura a sindaco di Erice espressa dal movimento “Erice che Vogliamo”, che ha proposto l’assessore Gianni Mauro, ritiene che la posizione dei “tranchidiani” non sia per nulla censurabile: “Considero legittima la posizione  che un movimento politico nostro alleato naturale, con il quale  il Partito Democratico ha amministrato per ben dieci anni esprima una propria candidatura ed auspico un sereno e costruttivo incontro tra i due soggetti politici”.

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