La nuova saga Dem, nel partito di Trapani, ha per protagonisti il suo segretario cittadino Francesco Brillante ma soprattutto l’ormai ex candidato alle primarie Dario Safina. Dopo l’esito disastroso del referendum costituzionale, con numeri da brividi per il Pd in città, Safina aveva deciso di porre la questione all’interno del partito parlandone con Brillante e pensando anche ad un documento da porre all’attenzione del segretario regionale Fausto Raciti. Documento che, in sintesi, dice: il risultato referendario non è pesante ma drammatico. Testimonia la crisi profonda del Pd che ha il dovere di superarla andando oltre gli schemi politici e le scelte che ha definito fin d’ora. La strada indicata da Safina sarebbe quella del confronto con il resto delle forze che hanno come comune denominatore l’opposizione alla giunta Damiano, con l’obiettivo di costruire una coalizione più ampia possibile. Progetto che, sempre secondo Safina, avrebbe dovuto fermare la macchina delle primarie interne e di partito per verificare le condizioni per una candidatura unitaria del fronte allargato ancora da costruire, o le primarie di coalizione per coinvolgere tutti i nuovi e vecchi compagni di viaggio. Da qui la sua decisione di ritirare la candidatura alle primarie e di mettersi a disposizione per un una candidatura al consiglio comunale nella lista del Pd. Ma, da quanto riferisce Safina, il segretario Brillante, venuto a conoscenza delle sua scelte, avrebbe deciso di strumentarlizzarle con dichiarazioni pubbliche, fuorvianti rispetto al loro reale contenuto. Non a caso in una nota Safina sottolinea che “stante le dichiarazioni rese dal Francesco Brillante, tendente a falsare la realtà, poiché il suo interesse principale non sembra essere quello di costruire una comunità, bensì cercare nemici interni da abbattere, mi vedo costretto a rendere pubblico il documento prima ancora di aver discusso con l’onorevole Fausto Raciti. Naturalmente, le fallaci dichiarazioni rese alla stampa dal segretario cittadino non cambiano nulla rispetto a quanto argomentato; dunque, per quanto possa essere rammaricato per quanto accaduto e per la circostanza che dopo quasi tre anni il segretario di Trapani non sia ancora riuscito a comprendere la sua funzione di garanzia, essendo oramai chiaro che il circolo di Trapani non vuole avviare alcuna rilessione, auguro un forte in bocca al lupo al vincitore delle prossime primarie interne, che mi trovererà lealmente al suo fianco durante la competizione elettorale della prossima primavera alla quale, comunque, con le idee che in questi mesi ho elaborato con i miei amici e sostenitori, parteciperò in veste di candidato al consiglio comunale”.
La lettera dell’avvocato Dario Safina
L’esito del recente referendum sulla riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, approvata con il determinante sostegno dei gruppi parlamentari del Pd, oltre ad aver segnato una battuta d’arresto, per quanti speravano che il nostro Paese potesse avviarsi ad intraprendere la strada dell’innovazione, riavvicinando i cittadini alle istituzioni, dice anche dell’altro. In particolare, per limitare l’esame del voto al nostro territorio, non può tacersi come la sconfitta subita dal Pd sia di portata ampissima. In provincia di Trapani il fronte del <<SI>> ha raccolto un modestissimo 30%, che nel capoluogo si riduce ad un ancor più misero 26%. Ciò manifesta come il consenso dell’area riformista nel nostro terriorio che – anche alla luce delle recenti adesioni avrebbe dovuto incrementarsi – ha, invece, subito un notevole arretramento. Tale dato, contraddice l’idea che tanti dirigenti del PD s’erano fatta in questi anni: un partito forte, aggregante, autonomo ed in grado di “imporre” le proprie scelte agli altri. Mi auguro che quanto accaduto il 4 dicembre abbia ricondotto questi dirigenti alla realtà. Il Partito Democratico, nel nostro territorio – anche per la debolezza del governo Crocetta – vive una crisi senza precedenti. Siamo tutt’altro che forti ed inclusivi, siamo, invece, divenuti autoreferenziali e superbi. Sennonché, la strada sino ad oggi battuta può essere cambiata. Possiamo tornare a parlare il linguaggio dell’umiltà e della vera inclusività. Lo dobbiamo, in primo luogo, a quanti credono che il Partito Democratico possa rappresentare la casa di tutti i riformisti. Ovviamente, onde evitare che la marcia indietro diventi sempre più difficile, è necessario cambiare strada immediatamente. E nell’immediato, poiché nostro dovere è quello di contribuire al risveglio ed alla ripresa della nostra città, dovremmo avviare un serio tavolo di discussione con le forze sociali e politiche che condividono il giudizio negativo sull’amministrazione Damiano, al fine di verificare la possibilità di costruire un’allenza politica tra pari. Rammendato il filo del ragionamento politico, potremo costruire, insieme agli altri, un progetto politico in grado di guadagnarsi la fiducia del cittadini. Al termine di questo processo decideremo – sempre con la condivisione degli altri – come selezionare il candidato sindaco, che dovrà guidare la coalizione per le amministrative del 2017. Evidentemente il Pd dovrà sempre chiedere lo svolgimento delle Primarie, in questo caso di coalizione. Questi non sono passi indietro, bensì in avanti, per consentire ai riformisti e democratici trapanesi di poter contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Per queste ragioni, chiedo al mio partito di convocare immediatamente gli organismi dirigenti di ogni livello e nelle more che ciò avvenga, poiché è necessario dare l’esempio, nell’attesa che l’allargamento della coalizione possa realizzarsi, ritiro – ad oggi – la mia candidatura alla carica di Sindaco di Trapani. Nessuno mi ha ordinato di fare il sindaco e prima ancora il candidato sindaco della cittàdi Trapani. Invece, il mio senso di appartenenza al campo riformista, al di la delle aspirazioni personali, mi impone di provare a cambiare questo territorio, rendendolo più accogliente e prospero per le presenti generazioni e per le future. Mi auguro che anche gli altri dirigenti la pensino alla stessa maniera. Naturalmente, conscio che nel partito che ho contribuito a fondare esistono anche altre posizioni, rassegno che il mio non è uno smarcarsi dalle decisioni che saranno prese ad ogni livello. Intendo suonare un campanello d’allarme, ma qualora rimanessero ferme le decisioni già prese, per quanto non mi senta di poter rappresentare in prima persona un progetto che non condivido, non farò mancare il mio sostegno al candidato che vincerà le primarie interne. Per questo chiederò al segretario cittadino di volermi inserire nelle liste per il rinnovo del consiglio comunale di Trapani.