Un colpo durissimo che rischia di mettere in discussione il percorso che era stato tracciato e che dovrà portare alla fusione tra la banca di credito cooperativo “Senatore Grammatico” di Paceco e la Bcc “Don Rizzo” di Alcamo. Il Tribunale di Trapani, sezione misure di prevenzione, ha posto sotto amministrazione giudiziaria la “Senatore Grammatico”, accogliendo la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che ha tratto le conclusioni di un’indagine del nucleo di polizia tributaria delle Fianze Gialle di Palermo. Sei mesi di amministrazione giudiziaria perché secondo l’accusa nella gestione della banca è entrata la mafia. Una iniziativa dirompente che arriva dopo mesi ad alta tensione per il futuro dell’istituto di credito e dopo l’assemblea dei soci che aveva dato il via libera alla fusione con la Don Rizzo, non senza polemiche. Una parte minoritaria dei soci ha votato contro la fusione annunciando anche di volersi rivolgere all’autorità giudiziaria per le scelte che erano state fatte dal vertice della banca. Ma non si parlava certo di mafia ane se le presunte irregolarità denunciate avevano minato, in qualche modo la credibilità dell’ntera operazione. Ora la decisione del Tribunale cambia radicalmente lo scenario, anche se non è la prima volta che la “Senatore Grammatico”viene chiamata in causa con collegamenti a vicende mafiose. Nel 2013 proprio in questo stesso mese e pressappoco negli stessi giorni una interrogazione parlamentare di Claudio Fava ed Erasmo Palazzotto aprire un fronte polemico sui rapporti interocrsi tra la banca ed il professore Flippo Coppola, condannato per associazione mafiosa e sottoposto a provvedimenti di sequestro di beni da parte del Tribunale di Trapani. Ed è da rileggere, dopo i fatti di queste ore, una notizia che venne data lo scorso mese di settembre su una presunta messa in liquidazione della “Senatore Grammatico” da parte della Banca d’Italia. Notizia che venne smetita seccamente: “La sede dalla Banca d’Italia non ha ricevuto notizia di alcun provvedimento di liquidazione della Bcc di Paceco”, scrissero dall’ufficio di vigilanza periferico”. Liquidazione che, sosteneva la notizia poi smentita, nasceva da una ispezione che aveva riscontrato gravi sofferenze ed irregolarità. Non c’era alcun riferimento a vicende legate a Cosa Nostra ma è anche vero che in quella fase le indagini che hanno portato ora al provvedimento del Tribunale di Trapani erano in pieno svolgimento. Sarà chiamato a dire la sua il comitato spontaneo guidato dal sindaco Biagio Martorana che si era occupato della fusione della banca e che si ritrova con la stessa banca commissariata.
BCC PACECO IN AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA SU RICHIESTA DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
28 Novembre 2016
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